Oltre a immedesimarsi negli animali che rappresentava nelle sue opere, mimandone le gestualità e riproducendone i versi, Ligabue era solito comprimersi le orecchie per modulare a labbra chiuse una nenia, tra il lamento e la ninna nanna. Gesti magici, come cerchi per terra, e lente oscillazioni del corpo rafforzavano la preparazione. Seguivano pennellate decise e veloci, poi, improvvisamente, Ligabue si allontanava dalla tela per vedere l'insieme.