Zandomeneghi viene spesso accusato di una certa legnosità nel tratto. Ma la sua arte consiste anche nell’immobilizzare eternamente i dettagli della vita, trasferendoli quasi all’interno di uno specchio senza fine. Considerando però la superficie della tela, si scoprirà di nuovo la sua pennellata vibrante che sceglie e compone continuamente le tinte, ricavandole dalla luce, certamente una luce più veneziana che parigina.