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Al centro, sorgenti da una nicchia fragile e perlacea, dai rifles-
si dorati sulle scanalature, avvolta di stupore, Venere. Impossi-
bile anche qui definirla psicologicamente: è stato detto a ragio-
ne, che essa e la composizione con lei, sembra a un tempo giustifi-
care ed eludere ogni senso, ogni affetto. Sorge da una contempla-
zione casta e innamorata di bellezza che trascina pero e risolve
tutti gli altri sensi ambigui e contraddittori, più intuibili che
precisabili di una natura che ha in sé, latente, 10 squilibrio.Ba-
sta pensare alla Natività di Londra, dove in un ritmo sfrenato, si
rivela tutta l'eccessività con cui il Botticelli sentì, dopo la cri-
si, la gioia e il dolore. Queste note contraddittorie de 11'animo
del Botticelli, appaiono evidenti in certe zone di colore chiaro e
afono, con note di sopracolore ancora freddo (mantello di uno zefi-
ro, sopratono del cielo, azzurro grigio; dell'altro sopratono del
mare, verde marcio), spezzarsi o tendersi della linea in un equili-
brio precario, (mantello della dea, il cui motivo a centina dråpre-
so dalle fitte insenature della costa, la veste di Flora, angolata
e scattante), venature d'ombra, che come infiltrazioni oscute, per-
corrono qua e là i colori limpidi. Bra al centro tutto questo si ri-
solve e si placa nell'ascensione melodica della linea, intensifica-
ta nelle chiome "distese e lente".
Nel P. 11 motivo è uno solo, nè si scoprono ambiguità di sensi con-
tenutistici, come rel Botticelli, attraverso opposti sensi formali.
Se non è contemplazione estatica e felice, scade a descrizione pre-
ziosa ma frammentaria. Questo spiega come il P., avendo in seguito
smarrito quello stato di grazia e di equilibrio, fonte prima di
quella sua vena poetica, non seppe liberare la malinconia che ne
segui, superficiale e stizzosa, attraverso immagini poetiche. La sua
possibilità creativa fu unilaterale e breve, ben diverse era la com-
plessità botticelliana. Tuttavia le due Veneri, proveniente l'una
da zone felici, in mezzo alla festa della natura e del cielo, puri-
ficatasu l'altra da fantasmi ambigui e contrastanti, non sono diverse.
Le unisce la stessa sognante castità dell'aspetto: in atti vaghi
e lieti"; "non con uman volto", "con sembiante lieto e peregrino".
in cui "lieto, vago, peregrino..." hanno valore figurativo, non psit
cologico.
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