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Introdotto da Piero Gobetti alla scuola di Felice Casorati, il maggior pittore operante
a Torino all’epoca, attorno al quale gravita l’avanguardia pittorica torinese, Carlo
Levi inizia la sua carriera artistica sperimentando su tematiche allegoriche. Risente
della lezione stilistica del maestro, come evidente in quest’opera, dove la geometria
tende alla perfezione dei volumi puri, di matrice casoratina. Vi è ritratto un
giovinetto nudo su di un pavimento, che regge, nella mano sinistra, un flauto; il
quadro è noto per essere stato esposto alla Biennale di Venezia del 1924. Nel 1929
Levi aderisce al Gruppo dei Sei, di cui fanno parte Gigi Chessa, Nicola Galante,
Francesco Menzio, Enrico Paulucci e Jessie Boswell, con cui esporrà in diverse città
italiane ed europee. Per Carlo Levi, artista, letterato e uomo politico, la pittura
è un sistema di conoscenza della realtà e risulta sempre strettamente legata alle sue
riflessioni e ai suoi scritti sull’arte, nonché al suo impegno politico. Testo di Michela de Riso

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  • Titolo: Arcadia
  • Creatore: Carlo Levi
  • Data: 1923
  • Dimensioni reali: w103.5 x h66.5 cm
  • Provenienza: Rome, Fondazione Carlo Levi
  • Tipo: painting
  • Diritti: Immagini Gardaphoto, Salò
  • Materiale: olio su tela
  • prestito: Roma, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Collezione Farnesina

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