Aristide Bruant (1851-1925) era un cantante e compositore di successo, oltre che gestore del cabaret Mirliton nel quartiere parigino di Montmartre. Il sodalizio con Toulouse-Lautrec risaliva ai primi spettacoli nei cafè-concerto sugli Champs- Elysées, per cui Aristide aveva commissionato all’artista la grafica di alcuni manifesti che avrebbero dovuto avere forte impatto sul pubblico.
Ne nacque un’icona fortemente rappresentativa del cantante, rappresentato con cappello a tesa larga, mantello e sciarpa rossa. Pubblicato con testi diversi, questo manifesto raffigura il cantante di spalle, lo sguardo spavaldo appena rivolto all’indietro; è probabile che per la definizione della composizione Lautrec abbia guardato alle stampe giapponesi destinate al teatro Kabuki, che enfatizzavano il personaggio ritratto tramite forme e pose drammatiche. Il japonisme, vale a dire la tendenza a riprendere modelli figurativi e stilistici dall’arte orientale, era infatti molto diffuso negli anni di attività dell’artista. Dell’opera sono noti cinque stati di stampa, nei quali l’illustrazione va via via arricchendosi di titoli da réclame: il primo, quello conservato alla Galleria d’Arte Moderna, invece è privo di scritte.