Libretti Verdi
Male presence in feminism
The second Manifesto of Rivolta Femminile « myself I say »
Marta Lonzi The rights of my subjectivity
Anna Jaquinta Essays in autocoscienza in a 16th century
group
Moderata Fonte from « The merit of women >>
Carla Lonzi The myth of the cultural proposal
The Phantom Publishing House
To whom it may concern
1978, p. 191
The text begins with the second Manifesto of Rivolta Femminile
« myself I say ». The group takes up a stand once more: as in
1970 with regard to culture and to male society, this time it
challenges those feminine attitudes that, although belonging
to the womens' ovement, nonetheless retain a basic ambiguity.
At the cultural level, one does not arrive at autonomy by desiring
to destroy or minimize male achievement; nor, at the personal
level, does hiding one's need of male give consistency to relation-
ships between women. The problem of recognition, of oneself
and of other is the true test of one's subjectivity.
The writers underline the importance of setting store by what
feminism has already expressed. Otherwise it remains a pheno-
menon that flares up and snuffs out, that modifies custom but
brings no authentic change. What is left then, if not a return to
« fitting in » on substantially the same terms as in the past ?
It is no chance thing that 1978 was the year in which a back-
wash in feminism began to be spoken of.
With regard to the work of understanding women in history,
attention is turned in particular to Moderata Fonte, a Venetian
of the second half of the 16th century; extracts of her The merit
of women, published only once, shortly after her death, are re-
published here.
Libretti Verdi
La presenza dell'uomo nel
femminismo
Secondo Manifesto di Rivolta Femminile « io dico io >>
Marta Lonzi Diritti della mia soggettività
Anna Jaquinta Tentativi di autocoscienza in un gruppo
del '500
Moderata Fonte Da « Il merito delle donne >>
Carla Lonzi Mito della proposta culturale
Casa Editrice Fantasma
Perché si sappia
1978, p. 191
Il libro inizia col secondo Manifesto
di Rivolta Femminile <io dico io ».
Il gruppo prende di nuovo posizio-
ne: come nel 1970 nei confronti del
la
ura e della società maschile,
adesso nei confronti di quegli atteg-
giamenti femminili che mantengono
una ambiguità di fondo pur essendo
parte del movimento delle donne.
Sul piano culturale, non è volendo
distruggere e minimizzare ciò che ha
fatto l'uomo che si compie un passo
verso la propria autonomia; e, sul
piano privato, non è nascondendosi
il bisogno dell'uomo che i rapporti
fra donne possono acquistare consistenza. Il problema di rico-
noscere sé e gli altri diventa il banco di prova della propria sog-
gettività.
Le autrici sottolineano l'importanza che ha il dare valore a
quello che il femminismo ha già espresso, perché non continui
a essere un fenomeno che ricomincia sempre e si estingue senza
portare un vero cambiamento, ma solo modificazioni di costume.
Cosa resta allora se non tornare a perseguire l'inserimento, so-
stanzialmente alle stesse condizioni del passato? Non a caso
il 1978 è l'anno in cui si comincia a parlare di riflusso del fem-
minismo.
Per quanto riguarda il lavoro di comprensione delle donne
nella storia, l'attenzione è rivolta in particolare a Moderata
Fonte, veneziana della seconda metà del '500, di cui vengono
ripubblicati brani da Il merito delle donne dato alle stampa un'unica
volta poco dopo la sua morte.
LA
PRESENZA DELL'UOMO
NEL FEMMINISMO