Abbiamo la grande fortuna che la costruzione dell’Orologio, oltre ad essere documentata da una lettera del Manfredi, venisse illustrata da un testo a stampa coevo, opera di Pietro Adamo de’ Micheli. È giunta quindi a noi una preziosissima testimonianza delle finalità del meccanismo, del suo modo di indicare il tempo e della cultura astrologica che ancora nel Rinascimento dispiegava la propria influenza.
L’orologio del Manfredi ha infatti almeno otto effetti, ovvero funzionamenti. Qui li elenchiamo in modo sintetico.
Primo effetto: fa sì che il popolo apprenda quante ore sono passate dal tramonto del Sole.
Secondo effetto: mostrare il segno zodiacale in cui sta il Sole.
Terzo effetto: mostrare se la Luna è nuova o piena, ed anche quale aspetto ci sia tra la Luna e il Sole; infatti la congiunzione tra Luna e Sole dà Luna Nuova, l’opposizione tra i medesimi dà Luna Piena, e così via.
Quarto effetto: rendere possibile il calcolo dell’Ascendente, ovvero in quale segno sia il medesimo; è questo un dettaglio tecnico astrologico, della massima importanza per dedurre l’influenza degli astri in un momento esatto.
Quinto effetto: descrivere quale tra i sette corpi celesti conosciuti (Sole, Mercurio, Venere, Luna, Marte, Giove, Saturno) regna in una certa ora.
Sesto effetto: conoscere le ore particolari dei mantovani, contrassegnate ciascuna da un suono; si trattava infatti di sei diversi suoni di campana che dividevano la giornata.
Settimo effetto: sapere quante ore sono passate dopo il mezzogiorno.
Ottavo effetto: capire quanto siano lunghe la parte diurna e la parte notturna di un certo giorno.