Nel 2012 l’amministrazione di Fuyang ha commissionato a Wang Shu e Lu Wenyu il Museo di Fuyang. Essi non accettarono immediatamente. Posero una condizione: la priorità avrebbe dovuto essere la conservazione dei villaggi sopravvissuti, solo così avrebbero progettato il museo. Poiché negli ultimi vent’anni i villaggi cinesi tradizionali sono stati quasi del tutto rasi al suolo per essere sostituiti da mediocri riproduzioni di ville tipiche dei quartieri residenziali, Amateur Architecture Studio ha fin dall’inizio fatto tesoro degli insegnamenti che si poteva trarre dall’edilizia tradizionale e dalla cultura di campagna, ormai abbandonate e del tutto dimenticate, elementi basati su qualità e fine artigianato e perfettamente integrati nella natura.
Applicare questo linguaggio costruttivo all’edilizia contemporanea in grande scala, richiede una sperimentazione: “Proprio ora, c’è una costruzione di prova nel cantiere. Allo stesso momento, i risultati dell’esperimento vengono condivisi nei villaggi per poterli conservare. Vorremmo che gli abitanti delle città sperimentassero il valore della campagna, ma anche che chi vive nei villaggi ritrovasse per primo fiducia nella cultura che sta scomparendo. Infatti, pensiamo che i villaggi cinesi – con il loro modo naturale e tradizionale di vivere e lavorare – rappresentino il valore più importante per le moderne città”.
In altri progetti, hanno dato prova di essere in grado di passare senza problemi dal monumento al tessuto urbano. Per il villaggio, quindi, c’è da aspettarsi un attento equilibrio tra l’individualità di un edificio e la capacità di essere parte di un insieme, come hanno fatto per l’Accademia delle arti di Hangzhou. E per il Museo, ciò che Wang Shu chiama l’“accuratezza del sentire, più che la perfezione della costruzione”, analogamente a quanto fatto per il Museo di storia di Ningbo. Casi in cui non si visita l’edificio, ma se ne resta colpiti.
Conservare la tradizione è per Wang Shu e Lu Wenyu un atto di pura resistenza. Per loro, i villaggi tradizionali e i vecchi edifici sono sempre stati fonte di conoscenza, una fonte ancora valida ed efficiente. L’uso delle tecniche antiche è sostenibile sul piano ambientale, sociale e culturale. Nuovo è l’uso del loro prestigio per influenzare una decisione politica che rifletta le loro convinzioni, che è il massimo indice di integrità professionale.