- 3-
re una guida veramente critica al film sull'arte. A questo riguardo abbiamo due cata
loghi- quello del Ragghianti e quello annualmente pubblicato dall'UNESCO - i quali,
ambedue, elencano films e danno un certo materiale descrittivo; e la Guida del Chap-
man, che include qualche opinione personale. Nessuno di questi elenchi è veramente
recente, e non sappiamo quando uscirà il prossimo catalogo dell'UNESCO. Un catalogo
critico è un'impresa maggiore, che richiede sforzi collettivi e l'accettazione di
congiunte responsabilità. Il meccanismo per condurre questo lavoro al successo fi-
nale esiste, come è indispensabile la buona volontà di persone competenti che espri-
mono utili pareri, ed inoltre non vi sono ostacoli finanziari. Peroiò vi sono ragio-
ni di sperare.
Non è pia facile vedere films sull'arte in Europa, di quanto non lo sia negli Sta
ti Uniti, perchè le proiezioni commerciali sono quasi inesistenti.Il Congresso di
Firenze è stato in grado di raccoglierno circa quindici, e giustamente della produ-
zione più recente. Per quanto io sappia, nessuno di questi è stato importato negli
Stati Uniti a tutt'oggi, ma poichè essi sono considerati il meglio dell'ultima pro-
duzione, un breve cenno di ognuno di essi potrà essere di qualche interesse.
Rageruppandoli per paesi, ne furono proiettati sette prodotti dall'Italia,quat-
tro dal Belgio e due ciascuno dall'Inghilterra e dalla Germania. L'assenza di film
realizzati in Francia e negli Stati Uniti può essere stata causata (almeno in parte)
dalle abituali difficoltà doganali: un problema che deve essere risolto, prima che si
possa dire che esista un qualsiasi vero libero scambio internazionale delle produzio
ni culturali.
Fra i films
italiani - tutti notevoli per l'intelligenza della concezione e l'ec-
cellenza della fotografia - il film di Ragghianti "Stile di Piero della Francesca"
(12 minuti, Ferraniacolor), è superlativamente buono. La mia lamentela è che è troppo
breve. Il "Cenacolo di Andrea del Castagno" (11 minuti, Ferraniacolor), realizzato
dallo stesso, è di una quasi uguale qualità, sebbene il colore della copia che ho
visto fosse un po' pallido. In ambedue i casi gli affreschi sono stati fotografati
direttamente sul film, il che fa una grande differenza: troppi
films fino ad oggi
sono stati realizzati da fotografie, ed è auspicabile che questa pratica scompaia.
Mario Verdone, l'efficiente direttore del CIDALC di
Roma, è l'autore di "Stracittà"
(bianco e nero, 10 minuti) e di "Immagini popolari siciliane" (Ferraniacolor, 22 mi-
nuti). Il primo è la presentazione del grafico romano Mino Maccari, e può essere di
qualche interesse, benchè Maccari non sia certo Lautroc. Il film sull'arte popolare
siciliana (sacra e profana) invece è assai vivace ed arguto, ed anche molto interes-
sante.
Un film su "Marc Chagall", diretto da Giammatteo, possiede un colore assai buono,
ma presuppone una completa familiarità con le pitture fotografiche, perchè esse sono
sempre riprese in dettagli mescolati. Questa pratica di riprendere le pitture insie
me senza riguardo alle dimensioni e con totale noncuranza delle singole forme dei
dipinti, si trova anche in due dei films belgi proiettati. "Le Simple bonheur d'Ed-
gar Tytgaty realizzato da Steppé e Lôvrix (19 minuti, bianco e nero), descrive il
mondo dell'artista. Questa tecnica è, in realtà, una sorta di fotomontaggio. Nelle
mani di un esperto che sia anche un consumato storico dell'arte, può rendere notevo-
./.