l'approfondimento delle motivazioni e dei perso-
naggi che sono naturaliter espressionisti. La famosa
« visione totale », l'interiorità tipica della poetica
espressionista, è quindi maggiormente motivata in
questi
film che, alle strade contorte di Wiene, so-
stituiscono ben costruite scenografie, popolate da no-
bili conti e da biondi cavalieri, abbigliati come ai
tempi di Goethe. Il dramma espressionista si svolge
però all'interno, nel mondo delle ombre e degli
specchi, delle illusioni sprigionate da qualche abile
giocoliere. Ombre ammonitrici si può quindi acco-
stare a quel grande classico dell'espressionismo non
di scuola che è Nosferatu di Murnau, col quale ha,
ad esempio, alcune notevoli somiglianze di ambien-
tazione, anche se certamente non ne possiede il pi-
glio e la genialità narrativa. Ciò non toglie che
Ombre ammonitrici non resti uno degli esempi più
probanti ed una delle più riuscite opere cinemato-
grafiche di quel periodo. Prova ne è che, al suo
apparire, non trovò rispondenza che presso gli
esteti del cinema », come ci riferisce il suo operatore
Fritz Arno Wagner. Sul piano stretto dell'azione
ematografica Ombre ammonitrici è assai impor-
tante non solo per l'uso della luce e il dosaggio
delle ombre, che qui sono di casa, ma sopratutto
per la vera e propria anticipazione della profon-
dità di campo.
In una famosa sequenza, infatti, il regista, col
saggio uso di vari piani, ci dà la visione contem-
poranea del marito tradito e dell'immagine riflessa
della coppia degli amanti, creando, con mezzi ti-
picamente cinematografici, una situazione d'incubo
prettamente espressionista. Anche sul piano della
narrazione cinematografica Ombre ammonitrici, che
si avvale di un racconto quasi senza didascalie, si
presenta come uno dei saggi migliori dell'epoca.
La «allucinazione notturna > di Ombre ammoni-
trici si può quindi segnalare come uno dei momenti
più compiuti e rappresentativi della cultura tedesca
di quegli anni, quale la macchina cinematografica
fascinosamente espresse.
RAFFAELLO MAZZOLETTI
A cura del Cineclub PRIMI PIANI
FIRENZE, 20 febbraio 1956