CRISI MEZZADRILE
(segue da pax. 7)
trasformazione del rapporto di mezzadria in contratto di affitto
con diritto ad indennizzo per le migliorie addirittura in rap-
porto entiteutico: 3) la conclusione (non direi trasformazione:
almeno giuridicamente - art 2141 del Codice Civile
già un contratto associativo) di un nuovo contratto associativo,
nel quale l'attuale concedente seguiti a recare l'apporto del capi-
tale mentre il lavoratore vi rechi quello del suo lavoro e della
proprietà della terra alla quale fin d'ora deve cominciare ad
accedere con l'accreditamento a un suo conto riscatto terra di
una parte dell'accresciuta quota di riparto e del 1% annuo gib
dovuto dal concedente per investimenti in migliorie », come so
stengono al par. 20 le Tesis approvate dall'ultimo Comitato
Centrale del Partito.
Credo intanto che sia opportuno che noi partiamo da una de
chea condanna del rapporto mexandrile. Tale condanna nelle « Tesi
è presentata solo implicitamente e non va sino in fondo, e d'altro
canto la prospettiva data negli anni scorsi alle masse mezzadrili
in lotta, riconfermata autorevolmente e con forza in un articolo di
Tabet i Rinascita, mar 1952), di una lotta contrattuale che
si presentava quasi fine se stesse che comunque non metteva
in discussione il contratto di mezzadria in quanto tale, ha di
La questione della terra e l'orienta-
mento dei contadini nella nostra pro-
vincia rappresentano insieme alla que-
stione del peso dei monopoli, a quella
dell'artigianato ed al fenomeno della
sinistra cattolica, una delle componenti
fondamentali della nostra politica.
dell'azienda ancora nelle mani del proprietario terriero o del
sito fattore, in contrasto con gli interessi della nostra economia
e con quello spirito nuovo che pure esiste in importanti gruppi
di mezzadri: 21 il rinvio a tempi piuttosto lontani della possi
hilità per il contadino di poter disporre di capacità di consumo
superiori a quelle attuali, il cui hasso livello rappresenta uno dei
maggiori stimoli alla fuga dalla terra in particolar modo dei
più giovani e dei piu capacifci sono in provincia di Firenze
26,928 poderi mexandrilie 23.473 famiglie coloniche: oltre 3.000
poderi sono vuoti, e nel 1953, 9.400 giovani contadini hanno
richiesto il passaggio di categoria); 31 l'estrema difficoltà di
fissare l'altezza degli investimenti e quindi il permanere di uno
dei principali inconvenienti della mezzadria; 4) la pericolosa
disparità che si creerebbe fra i mexadri insediati sulle terre
di proprietà padronale e quelli insedinti su terre espropriate.
sia che esse fossero loro mate, sia che di esse divenisse
proprietario lo Stato: 5) il relativo impegno della famiglia mezzo
drile a spingere al massimo la razionalizzazione del podere ed
ad elevare cosi la produzione, quando de cio continuasse a deri
vare per essa solo un vantaggio chiaramente parziale: 6) il
permanere ad altezze incontrollabili della rendita fondiaria asso-
A simili inconvenienti mi sembrerebbe che si potesse ovviare
riprendendo in mano una aspirazione che, come scrisse Tabet
in quell'articolo di Rinascita, rappresenta l'aspirazione del
contadini mexadri di tutto il mondo: la trasformazione del
contratto di mexadria in contratto di allitto, con diritto all'inden
nizzo per le migliorie apportate e con la fissazione del canone
per legge, differenziato sulla base delle diverse classi catastali,
che si incontrano nella quasi totalità del poderi di alta collina
in maniera da venire incontro alle gravi, drammatiche situazioni
montare contenido ctione delle grandi aziende mesa
nelle
sede
drili e cosi di razionalizzare al massimo la produzione, di con-
trollare in parte i redditi padronali, di far compiere la marcia
di avvicinamento alla proprietà della terra con il ritmo ritenuto
più giusto, nelle situazioni varie e variabili dalle diverse famiglie
coloniche e dalle associazioni contadine di gestione. E si potrebbe
poi pensare anche ad un approdo allo stesso contratto di en
fiteusi. Una tale soluzione potrebbe rappresentare, per i suoi
petiociati, un punto di riferimento ed una spinta non
indifferente anche per la piccola proprietà coltivatrice nell'avvio
forme esclate di conduzione indispensabili anche ad essa
se vuole in qualche modo attenersi al livello produttivo della
grande azienda agrarin,
lato di questa prospettiva deve essere naturalmente vista e
fiesta tutta in azione tendente a riformare su move basi il
credito agrario, che diverrà più indispensabile di prima alla
razionale bestione ed alla crescita delle aziende agrarie, e che
potrebbe anche essere affidato a speciali sexioni delle Casse di
Risparmio che hanno filiali in ogni piccolo paese della provincia:
a democratizare dalle fondamental Consorzi Agrari, che dovreb-
bero diventare uno dei più potenti strimenti economici e produt-
tivi per la modernizzazione delle campagne iscrizione ad cael
dell'affittuario e non del locatore, garanzie democratiche per la
loro direzione, politica di acquisti svolta senza legami fissi con
nessun raggruppamento economico, loro decentramento e bu
rocratizzazione, coc..
Certo è necessario approfondire i singoli aspetti della questione,
discutere a fondo nel Partito e con i contadini le condixioni nelle
quali una profonda modificazione di questo tipo dovrebbe verificarsi,
ma me sembra che questa dovrebbe creere la strada che dovremmo
chiaramente indicare a tutti i mezzadri e a tutti coloro che
sono interessati allo sviluppo della agricoltura e della economia
della nostra provincia
fatto lasciato nelle mani di qualche gruppo della sinistra cattolica
(un giorno poi persino l'on. Fanfani ebbe a dire che sul podere non
c'era posto per il mezzadro e per il padrone questa tesi per me
fondamentale
Dobbiamo poi tener presente che limitazione generale e per
manente della proprietà terriera nella nostra provincia significa
(posto il limite a 100 ha) che oltre 100.000 ha, il 30%
dell'intera superficie agraria e forestale della nostra provincia,
dovrebbero cambiare di padrone. Dobbiamo dire con precisione,
quando parliamo di togliere la terra agli attuali gusi proprietari
che cosa vogliamo fare di masa. Passarla allo Stato che darebbe
poi in Allitto ai contadini, oppure darla direttamente ai coltivatori
in proprieti in questo secondo che occorre non dimenticare
In coesistenza di contadini stanziati sulle terre non espropriate
e l'eventuale concorrenza per l'acquisto della proprietà che esal
potrebbero rappresentare
In terzo logo Occorre ricordare che, come abbiamo osservato,
esiste nella nostra provincia una notevole preponderanza della
grande aziende, che, come tale, deve essere da noi mantenuta
e possibilmente incrementala e sviluppata
In quarto luogo e da tener presente il livello di sviluppo della
ceclenza delle grandi masse mezzadrili nella nostra provincia
in particolar modo dei giovani, fatto che porta i sentir
porre con certo realismo i problemi relativi alla conduzione as
sociata delle grandi aziende da parte del contadini coltivatori.
Cosa proporre quindi alla luce di queste considerazioni e delle
premesse di fatto precedentemente illustrate?
La conduzione diretta delle aziende da parte padronale era
una soluzione che poteva, più di 100 anni fa, rappresentare anche
una specie di via toscana per il capitalismo: ci fu allora chi
lentò di porsi su di ca, ma ci si fermo a due o tre episodi
(cool sembra stia accadendo oci, dopo qualche caso, anche 4) Un'ultima considerazione che anche una critica. In
groso, nella nostra provincial: adesso, oltre che difficilmente questi anni noi abbiamo formato, sul piano sindacale e sal
pensabile, ed in netto contrasto col precetto costituzionale, essa piano politico, un buon numero di quadri esperti conoscitori
cozzerebbe anche contro difficoltà insormontabili di ordine mate- degli aspetti vertenziali, contrattuali e sindacali dei problemi
riale da parte della proprietà terriera, che in provincia di Fi- inerenti alle campagne. Si pone adesso, ma da diverso tempo
renze non ha ormai più nessun interesse al rosso investimento ciò doveva pur essere stato avvertito, l'inderogabile ed urgen
fondiario, preferendo far prendere alla rendita fondiaria vle del tissime necessità di disporre di un tipo di compagno che conosca
tutto diverse che portano alla grande banca, all'azione o all'ob- profondamente i termini reali della questione Agraria nella nostra
bligazione di questo o di quel grande monopolio industriale provincia, che segna i dibattiti e le posizioni contrastanti intorno
Le Tesi del Comitato Centrale del Partito propongono ai problemi di economia agraris, di tecnica, di zootecnia, di in
cun nuovo contratto associativos con accorgimenti tendenti da dustrializzazione del processo produttivo dell'agricoltura, di sa-
un lato a sorantire la prosecuzione degli investimenti da parte
del concedente e dall'altro il progressivo avvicinarsi del mexandre
tistica agraria, di esperienze straniere Idei paesi a regime socia-
lista e degli altri: occorre perciò porre di fronte al Partito con
alle proprietà della terra. Questa soluzione presenta, secondo me,
alcune incognite e inconvenienti di un certo rilievo: 1) direzione
estrema forza questo problema
GIORGIO MORI
10
BATTAGLIA DEL LAVORO
Conquistare alla classe operaia
la solidarietà di alleati permanenti
Nel processo di revisione di cui
tica in corso nel nostro partito, in pre.
parazione dell'VIII Congresso, una par
te importante orrupa certamente il rie.
same della nostra politica sindacale.
Ci siamo chiesti nel passato con suffi
ciente spirito critico perché i nostri
scioperi non riuscivano più come un
volta? Ho sentito tavolta ricercare la
causa di cio nel fatto che la clase
operaia avrebbe perduto slancio e
raggio; ma la spiegazione è troppo sem.
plicista ed ingiusta per essere accet
La realtà che noi dobbiamo rico
noscere invece è che ad un certo mo
mento si stabilito si distacco tra
chi dirigeva la politice sindacale la
claste operain
Teniamo ben presente che l'organiz
zazione sindacale è stata creata dai lavo.
ratori e per i lavoratori come uno
strumento di difesa di fronte al padrone,
allo scopo di non haere e-posti iso-
Intamente ai suoi attacchi per riuscire
- uniti -- ad elevare il proprio livello
Negli ultimi anni, invece, si è avuto
l'impressione che i dirigenti sindacali
si considerassero come lo stato maggiore di un esercito de condurre in battaglia perché
- senza combattere - avrebbero perso la sua ragione di esistere.
Ora, la guerra per l'operaio, lo sciopero, e questo tipo di guerra può
rientrare anche nei mexxi inevitabili per la difesa, ma solo in situazioni particolari.
É una guerra che si combatte con entusiasmo quando se ne è convinti; ed a determi
nare la convinzione non può esser suficiente una data fede politica od una incondi-
zionata fiducia nei dirigenti: la convinzione e l'entusiasmo naseono da una prospettiva,
da una possibilità di successo.
Combattere senza prospettiva e senza speranza in un mondo che appare chiuso
fermo si chiama forse croismo, ed a parte che - personalmente - non apprezzo
l'eroismo fine a se stesso, penso che non sia logico né giusto richiederlo agli altri.
Da vari anni, la prospettiva di un successo stimolatore è mancata. Si iniziava una
nuova lotta con una certa fiducia. Sono ben lungi dal ritenere che si debba dare
un giudizio negativo sull'attività sindacale degli ultimi anni: (hasta ricordare gli
sviluppi della lotta contro la smobilitazione delle fabbriche) ma certa è innegabile
particolarmente a Firenze - vi è stato tutta una serie di avvenimenti che
non sono stati considerati vittorie degli operai.
che
Tra questi citerà la conclusione della vertenza della Pignone, con le discrimina-
zioni politiche ben note, il tentativo di ripresa isolata delle lotte per il conglobamento,
la conclusione dell'axione per l'indennità di mensa.
Cosi è avvenuto che ad un certo momento l'arma dello sciopero ei si è logorata
nelle mani; adoperata inizialmente con eccessiva frequenza, perché non apparivano
allora tutte le difficoltà e tutti i problemi che essa comportava, ha cominciato a poco
per volta ad essere considerata dagli operai più pericolosa dei pericoli che si volevano
con e evitare o superare
E qui é mancata da parte dei dirigenti sindacali, un'indagine critica sulle cause
di alcuni scontenti e magari di alcune defezioni. Si diceva: è la lotta, e dalla lotta
è inevitabile che i deboli si ritirino, nella lotta é inevitabile che i caduti vi siano.
l'essenziale i lottare, perché così si indebolisce l'avversario di classe.
Questo non è tutto vero non tutto giusto. Non si tratta solo di debolezza
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