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Attività politica, Oggetto 34

Carla Lonzi1955 - 1957

La Galleria Nazionale

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Roma, Italy

Tessera del PCI per il 1955 di Carla Lonzi, tessera dell'Associazione Italia-Urss decimo anniversario 1956 anno dell'incontro e dell'amicizia tra i popoli, 3 pagine de «l'Unità» del 26 giugno 1956, prosa e appunti manoscritti, comunicato della sezione milanese G.M. Serrati del PCI (16 luglio 1956), numero unico del IX Congresso della Federazione comunista fiorentina, pagina de «Il Punto» del 23 febbraio 1957 su socialismo e democrazia.
Si conserva inoltre l'opuscolo di Piero Gobetti, Profilo di Giacomo Matteotti, a cura del Partito d'Azione nel XX annuale, «Quaderni dell'Italia libera», n. 8, luglio 1944.

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  • Title: Attività politica, Oggetto 34
  • Creator: Lonzi Carla
  • Date Created: 1955 - 1957
  • Transcript:
    Partito e che clementi di buro- crazia e aridità permessero il nostro lavoro, avvilendone il con- tenuto politico e distaccandolo parzialmente dalla realtà. Di con seguenza le nostre sezioni non sono state chiamate ad elaborare una politica cittadina, i svilupparsi in centri di iniziativa politica, al contrario sono state essenzialmen te dirette a realizzare una politica e delle iniziative il più delle volte studiate e elaborate senza la loro partecipazione. Era inevitabile che esse nella loro attività abbiano più o meno accentuatamente riprodot to i difetti esistenti nelle istanze provinciali. Questo ha fatto sì che oggi in molte sezioni manca quel tanto indispensabile di vita poli. tica permanente, condizione que sta indispensabile per iniziative di massa differenziate e continue: ha fatto si che le organizzazioni di mana rionali non abbiano in genere quel minimo di consistenza, necessaria, e una propria fisiono mia, l'autonoma capacità di inizia. tiva permanente. Il numero dei nostri quadri non aumentato. Oggi noi abbiamo un quadro in. telligente, vivace, che in generale presenta buone qualità organizza. tive, spirito di sacrificio e di lotta, volontà e tenacin, fiducia nella classe opernia e nel socialismo, ma con deboli legami con i vari strati della popolazione e con una in sufliciente conoscenza della realtà, complessa e difficile, del rione e della città, con insufficiente au- tonoma capacità elaborativa e ini. ziativa politica, scarsa abitudine allo studio e alla ricerca al dibat- tito. Questo perché, mi pare, il nostro metodo di lavoro non ha prima di tutto teso a sviluppare queste qualità creative, cioè l'in telligenza si prenda in senso buono l'uso di questa parola) dei compagni. D'accordo com quanti hanno affermato che non esistono formule o ricette miracolose per lavorare meglio. Ma non ci si può fermare a questa giusta con statazione. Sappiamo che l'ulterio. re sviluppo della nostra influenza, che la conquista di più larghi strati cittadini alla lotta per la via democratica al socialismo è legata alla nostra capacità di far permanente politica in tutti i campi. Ciò sarà possibile, a mio avviso, se con coraggio e spregiu- dicatezza svilupperemo la demo- crazia interna e la direzione col- legiale, seesamineremo critica mente, con rapidità e senza com. promessi, i metodi, gli strumenti, il linguaggio, i quadri con i quali abbiamo finora lavorato, e se lo faremo con la consapevolezza che ciò non significa non riconoscere il grande patrimonio del Partito, la validità della sua politica fi- nora condotta e i grandi successi ottenuti, i quali sono successid si della democrazia, della pace e del rin- novamento democratico e sociali. sta del nostro paese, ma, al contra- rio, vuole essere un responsabile atto che rapidamente libera il Partito degli aspetti che ne fre- nano e limitano un più rapido e ulteriore sviluppo, una migliore capacità di assolvere alla sua in. sostituibile funzione nella lotta per il socialismo. EVARISTO SGHERRI CRISI MEZZADRILE E LOTTA PER LA TERRA 1) Nessuno potri negare, ritengo, in tema di questioni conta dine e più largamente di vita e di progresso delle campagne della nostra provincia di tutto il paese, il fondamentale contributo dato dai comunisti e dalla organizzazione sindacale unitaria solo alle prandi conquiste economiche e sociali realizzate masse decisivo consolidamento della fondamentale alleanza fra operai e contadini, pescno di ogni ulteriore avanzata del movimento socialista nel nostro paese non dalle mexadrili e contadine, ma anche alla loro reale immissione nella vita del paese al loro scurgere, dopo secoli di oppressione senza speranza e di sofferenze, # protagoniste delle battaglie po litiche e della vita asociata nella nostra provincia Mi riferisco, è chiaro, per cio che concerne la questione, alla lotta condotta per l'inserimento nella Costituzione della Repubblica del fondamento della limitazione della proprietà terriera, ai grandi movimenti di masia che portarono alla tregua sindacale, al lodo De Gaspericol alla riconquista della giusta causa che il regime fascista aveva abolito e ad una pii vantaggiosa ripartizione del prodotto dei fondi alle successive azioni per la difesa ed il consolidamento dei risultati di queste lotte e allo stimolo che le potenti agitazioni contadine hanno dato, anche nella nostra provincia al progresso tecnico e produttiva dell'agricoltura. E per ciò che concerne la seconda questione, alla coscienza nuova che da quei movimenti di massa - e dalla Resistenza che se il preludio e la matrice - è scaturita in migliaia di mezzadri e di contadini di rappresentare davvero qualche cosa nella società italiana: al formarsi di decine di centinaia di giovani dirigenti sindacali di cooperatori, di tecnici di amministratori che con onesta e competenza hanno guidato non solo le lotte di categoria ma l'azione di intere popolazioni in difesa del loro interese particolari e generali: al peso che un fatto del genere ha rappresentato, e rappresenta per il 6 21 Il peso della agricoltura nella economia della nostra provincia e certamente ancora predominante, ed i termini delle lotte sociali e della contesa politica sono strettamente ancorati a questa prevalenza: non eropre nel passato siamo stati co scienti di questa realtà della quale, a volte, addirittura sembra vamo persino non renderci esattamente conto giunto pero adesso il momento che una tale conoscenza è oltre che necessaria indispensabile, no solo per condurre meglio le battaglie sinda- cali e politiche nella campagna, ma anche perché cadessa legata anche la nostra politica verso una parte dei ceti medi che nella loro piccola e media proprietà agricola sono la fonte di investimento, come si esprime il documento approvato dal Comitato Federale per la preparazione del IX Congresso della Federazione Comunista Fiorentina Quale il rapporto di produzione dominante nelle nostre cam. pagne? La risposta è ovvia, e la si può dare anche senza suf- fragarla di notimi dati statistici: la mezzadria. Una mezzadris pero bene giungere subito, che ha perduto alcuni di quei caratteri fondamentali secondo i quali veniva definita da Mars ...In forma di transizione della forma originario della rendita alla rendita wpitalistic.... (nella quale) ...il conductore de for do (....) oltre al suo lavoro (...) fornisce una parte del capitale di esercizio, mentre il proprietario fondiario. Oltre alla terra fornisce un'altra parte del capitale di esercizio (ad es. il bestiame) e il profitto è disiso in determinate proporzioni... (Capitale, III, 3. p. 212). Ed ha perso alcuni di questi caratteri, in parte per il venir meno o per la rapidissima diminuzione nel peso specifico del capitale d'esercizio della parte colonica (e Sereni ha studiato con molta attenzione la genesi di questo fenomeno nelle nostre campagne, ed in parte (e cio grazie alle grandi lotte contadine ed al peso dell'intero schieramento democratico) per le diverse modalità di riparto, migliorate a favore dei mexandri, dei prodotti salvo naturalmente altre modificazioni marginali (patti colonici: regalie, obblighi per strade, fosse, ecc.). Ora un contratto di questo tipo, che nel Medio Evo fece al che venissero legioni di coltivatori, che ha avuto per secoli un benefico effetto sull'agricoltura e sull'economia regionale, è di ventato da tempo (piu o meno dagli inizi del secolo scorso un freno allo sviluppo produttivo e sociale delle campagne toscane e dell'intera società della regione, Bastano pochi elementi di raffronto (che risulterebbero ancor più indicativi se si astendesse l'analisi anche ad altre zone dove la mezzadria non esiste), per rendersi conto di cosa abbia rap- presentato il permanere della mezzadria per l'agricoltura e per l'economia della nostra provincia In primo luogo, una continua diminuzione della popolazione agricola (1901: 223,584 unità su 939.051 residenti nella vincia, pari al 23%: 1956: 183.283 s 916,310 abitanti, pati al 20,016). In secondo luogo uno spostamento, a favore dei groal possi. denti, nella ripartizione della poprietà terriera, la cui curva statistica si i venuta sempre pit alzando ai lati ed appianando al centro, & significare l'aumento della grossa proprietà da un lato, ed il crescente numero di piccoli proprietari e di piccoli coltivatori che si avviamo a perdere la terra dall'altro. Pochi dati saranno sufficienti a documentare il fenomeno. Nel 1929 proprietari terrieri da 100 a 3.000 ha. crano 302; nel 1946 essi erano diventati 749 con 190.304 ha., una superficie agraria complessiva di ha 368.022: il 55%, pur non rappresentando che il 21% di tutti i proprietari terrieri. D'altro canto proprietari sino a 10 ha, (plocole e medie proprieta) crano passati dn 11.681 nel consumati: yli 307.930: 1953: q.li 299.505): e qui se si dice che la Montecatini e la Federconsorzi > c'entrano assai, non si dice certo cosa lontana dal vero, anche se la propensione verso le macchine e non verso la concimazione da parte della pro- prietà terriera, dovuta in gran parte a motivi gretti e contin genti, dovrebbe rappresentare per noi un buon motivo di ti Hessione 1929 a 29.777 nel 1946, mentre erano notevolmente aumentati i proprietari di piccolissimi apperamenti di terreno. Ne si può ritenere che il quadro sia di molto cambiato dal 1946 ad opei. Salvo qualche KTOREA, ma isolata cessione, le cone sono rimaste le stesse, dato che non possono certo rappresentare un elemento di rilievo i 574 ha, di terra distribuiti ai contadini della pro vincia dal 1918 al 1958 attraverso la Cassa per la formazione della piccola proprieti contadina. Un altro elemento positivo che ha aperto la strada anche al realizzarsi di molti di quelli sottolineati più sopra e che rappre senta un elemento caratteristico dello sviluppo delle agricoltura fiorentina e toscana, dato dal progressivo costituirsi (il fenomeno si è andato via via accentuando dopo la costituzione dello Stato italiano) di grosse aziende agrarie che riuniscono 10, 20, 25 e più poderi: esse danno praticamente il tono alla agricoltura della nostra provincia, se nel 1939 (non passediamo dati statistici più recenti che pure sarebbero di innegabile interesse) coprivano in Toscana il 10.9% della intera superficie agraria e forestale le crediamo che adesso, nella nostra provincia, questa percentuale sin ancora più alta). In terzo luogo una notevole tendenza alla diminuzione di alcune colture industriali di notevole importanza e di elevato rendi mento: 1936-39 1948-51 1953 TABACCO 4.206,94 5.136.70 4.309.03 BARBABIETOLA g.li 241.005.00 185.050,00 204,400,00 ad aggravere tale fenomeno si è aggiunta la virtuale stagnazione per alcune colture fondamentali e tradizionali del podere men zadrile toscano 1904 1953 1936-39 1918-51 GRANO q.li 1.813.206 1,090.752 993.990 1.523.700 GRANOTURCO qili 315.377 27.022 250.500 342.050 Questo concentrarsi delle aziende ha portato gli effetti positivi ricordati, ed è stato anche la fondamentale base oggettiva della sempre crescente capacità di lotta delle masse mezzadrill, por determinando proprio per quelle modificazioni, un pauroso crollo Isi potrebbe parlare di avvio alla eliminazione del bracciantato fisso ed avventixio. Possediamo a questo riguardo dati non facil mente confrontabili, ma se vero che nel 1881 braccianti erano complessivamente 221.081 in tutta la Toscana, che nel 1901 erano calati a 135.771, la semplice lettura dei dati relativi alla pro- vincia di Firenze per il 1956 (6.861 salariati fissi ed eventizi), ci indica certamente l'ampiezza del fenomeno e richiamaal tempo stesso la noctra attenzione all un'altra conseguenza negativa del permanere della mezzadria sulla sconomia della provincia: Tali dati, se uniti alla graduale scomparsa della produzione di il doloroso fenomeno della disoccupazione di massa, che trae lana e di bozzoli di seta, ed alla grave diminuzione dell'esten sempre nuove reclute da questa rarefazione del bracciantato, oltre sione dei prati, dei prati-pascoli e dei pascoli permanenti (1929- che dalla cfugn dai campi di larghi strati degli stessi mezzadri. ha. 21.158: 1953: ha. 19.640) e della superficie coltivata a legu cl'ari della città rende liberi > dicevano sette secoli fa i servi minose (1936: ha. 10.187; 1953: ha. 8.430), ci offrono, sfrondata della gleba che abbandonavano le terre del feudatario: oggi si di molti interessanti veli, una realta caratteristica della economia potrebbe dire che l'aria della città rende disoccupati, o perlo mexadrile fiorentina e toscana: la sua cronica incapacità, & tra- meno spostati migliaia di lavoratori della campagna che la sformarsi, sia pure gradualmente e cautamente, in economia abbandonano sotto il peso delle insopportabili condizioni di vita agraria di tipo industrializzato e quindi altamente redditizio, per e di lavoro cui anche certi progressi, un tipo particolare di sviluppo che Quali vie si possono quindi proporre per permettere alla cco- sotto cercheremo di analizzare, sono condizionati, limitati, ed in nomia apraria della nostra provincia di fare un salto in avanti definitiva sminuiti di questa fondamentale incapacita, che puo dando el una spinta se non decisiva certo assai importante essere chiaramente individuata anche e soprattutto nella impos alla modernizzazione dell'intera vita economica dei 50 comuni sibilità strutturale di questo tipo di economia agraria a mante fiorentini, tenendo presente la necessiti di muoversi nel quadro nere sull'azienda un patrimonio che possa rappresentare per il ed in collegamento delle altre profonde riforme strutturali pre rendimento in carne ed in prodotti di stalla, una delle fonda viste dalla Costituzione repubblicann. e frn esse in primo luogo mentali più sicure, componenti del reddito dell'azienda stessa l'eliminazione del peso soffocante che alcuni monopoli esercitano Le cifre, anche questo riguardo, sono assai indicative: capi anche sulla vita delle nostre campagne! Teoricamente, tre vie di bestiame esistenti nella provincia 1904: 540.910: 1930: 318 328; sono possibili: 1) la conduzione diretta delle aziende agrarie 1953:256.900, Si ha come si vede un <rend> Dettamente rivolto da parte dei proprietari con mano d'opera bracciantile; 2) la al basso e particolarmente grave e il fatto che scendendo ad una (continua a B. 10) 7 analisi pii particolareggiata di questi dati, ci troviamo di fronte ad una importante contrazione del patrimonio ovino, (1930: capi 158.565: 1953: 122.600), alla stagnazione di quello bovino (1930: 92.9158: 1953: 95.400), ed in esso alla tendenza verso la dimi nuzione, e cioè particolarmente significativo del numero delle mucche lottifere (1941 anno di gerra: 17.837; 1953:13.7001 Parlavamo poco sopra di aspetti positivi della economia agraria della provincia. Essi si possono riassumere nella aumentata produ- xione unitaria per alcuni cereali (frimento: 1913: 11.9 q.li per ha.: 152: 17: granoturco: 1913: 15.3: 1951: 19.8: nei considerevoli investimenti nelle colture legnose specializzate e promiscue (1929: 1421 ha, di coltura specializzata della vite: 1953: 5.916. Il pro dotto però, salvo annate eccexionali come ad esempio il 1953, non è aumentato di molto); nell'accresciuto parco macchine, in particolar modo trattrici (1936: 176; 1941: 217; 1919: 475: 1952: 70. E negli ultimi anni la cifra è certo aumentata e assal notevolmente), compensato per negativamente da una preoccu pante incapacita far crescere nella stessa misura la concima xione chimica nelle nostre campagne (1930: concimi chimici Il peso della agricoltura nella cconomia della nostra provincia è predominante: si tratta, ora, di conoscere esattamente questa realtà, cui sono legati molti ter- mini delle lotte politiche e sindacali.
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