Partito e che clementi di buro-
crazia e aridità permessero il
nostro lavoro, avvilendone il con-
tenuto politico e distaccandolo
parzialmente dalla realtà. Di con
seguenza le nostre sezioni non sono
state chiamate ad elaborare una
politica cittadina, i svilupparsi in
centri di iniziativa politica, al
contrario sono state essenzialmen
te dirette a realizzare una politica
e delle iniziative il più delle volte
studiate e elaborate senza la loro
partecipazione. Era inevitabile che
esse nella loro attività abbiano più
o meno accentuatamente riprodot
to i difetti esistenti nelle istanze
provinciali. Questo ha fatto sì che
oggi in molte sezioni manca quel
tanto indispensabile di vita poli.
tica permanente, condizione que
sta
indispensabile per iniziative
di massa differenziate e continue:
ha fatto si che le organizzazioni
di mana rionali non abbiano in
genere quel minimo di consistenza,
necessaria, e una propria fisiono
mia, l'autonoma capacità di inizia.
tiva permanente. Il numero dei
nostri quadri non aumentato.
Oggi noi abbiamo un quadro in.
telligente, vivace, che in generale
presenta buone qualità organizza.
tive, spirito di sacrificio e di lotta,
volontà e tenacin, fiducia nella
classe opernia e nel socialismo, ma
con deboli legami con i vari strati
della popolazione e con una in
sufliciente conoscenza della realtà,
complessa e difficile, del rione e
della città, con insufficiente au-
tonoma capacità elaborativa e ini.
ziativa politica, scarsa abitudine
allo studio e alla ricerca al dibat-
tito. Questo perché, mi pare, il
nostro metodo di lavoro non ha
prima di tutto teso a sviluppare
queste qualità creative, cioè l'in
telligenza si prenda in senso
buono l'uso di questa parola) dei
compagni. D'accordo com quanti
hanno affermato che non esistono
formule o ricette miracolose per
lavorare meglio. Ma non ci si
può fermare a questa giusta con
statazione. Sappiamo che l'ulterio.
re sviluppo della nostra influenza,
che la conquista di più larghi
strati cittadini alla lotta per la
via democratica al socialismo è
legata alla nostra capacità di far
permanente politica in tutti i
campi. Ciò sarà possibile, a mio
avviso, se con coraggio e spregiu-
dicatezza svilupperemo la demo-
crazia interna e la direzione col-
legiale, seesamineremo critica
mente, con rapidità e senza com.
promessi, i metodi, gli strumenti,
il linguaggio, i quadri con i quali
abbiamo finora lavorato, e se lo
faremo con la consapevolezza che
ciò non significa non riconoscere il
grande patrimonio del Partito,
la validità della sua politica fi-
nora condotta e i grandi successi
ottenuti, i quali sono successid
si della
democrazia, della pace e del rin-
novamento democratico e sociali.
sta del nostro paese, ma, al contra-
rio, vuole essere un responsabile
atto che rapidamente libera il
Partito degli aspetti che ne fre-
nano e limitano un più rapido e
ulteriore sviluppo, una migliore
capacità di assolvere alla sua in.
sostituibile funzione nella lotta
per il socialismo.
EVARISTO SGHERRI
CRISI MEZZADRILE
E
LOTTA PER LA TERRA
1) Nessuno potri negare, ritengo, in tema di questioni conta
dine e più largamente di vita e di progresso delle campagne della
nostra provincia di tutto il paese, il fondamentale contributo
dato dai comunisti e dalla organizzazione sindacale unitaria
solo alle prandi conquiste economiche e sociali realizzate
masse
decisivo consolidamento della fondamentale alleanza fra operai
e contadini, pescno di ogni ulteriore avanzata del movimento
socialista nel nostro paese
non
dalle
mexadrili e contadine, ma anche alla loro reale immissione
nella vita del paese al loro scurgere, dopo secoli di oppressione
senza speranza e di sofferenze, # protagoniste delle battaglie po
litiche e della vita asociata nella nostra provincia
Mi riferisco, è chiaro, per cio che concerne la questione,
alla lotta condotta per l'inserimento nella Costituzione della
Repubblica del fondamento della limitazione della proprietà
terriera, ai grandi movimenti di masia che portarono alla tregua
sindacale, al lodo De Gaspericol alla riconquista della
giusta causa che il regime fascista aveva abolito e ad una pii
vantaggiosa ripartizione del prodotto dei fondi alle successive
azioni per la difesa ed il consolidamento dei risultati di queste
lotte e allo stimolo che le potenti agitazioni contadine hanno dato,
anche nella nostra provincia al progresso tecnico e produttiva
dell'agricoltura. E per ciò che concerne la seconda questione,
alla coscienza nuova che da quei movimenti di massa - e dalla
Resistenza che se il preludio e la matrice - è scaturita in
migliaia di mezzadri e di contadini di rappresentare davvero
qualche cosa nella società italiana: al formarsi di decine di
centinaia di giovani dirigenti sindacali di cooperatori, di tecnici
di amministratori che con onesta e competenza hanno guidato
non solo le lotte di categoria ma l'azione di intere popolazioni
in difesa del loro interese particolari e generali: al peso che
un fatto del genere ha rappresentato, e rappresenta per il
6
21 Il peso della agricoltura nella economia della nostra
provincia e certamente ancora predominante, ed i termini delle
lotte sociali e della contesa politica sono strettamente ancorati
a questa prevalenza: non eropre nel passato siamo stati co
scienti di questa realtà della quale, a volte, addirittura sembra
vamo persino non renderci esattamente conto giunto pero
adesso il momento che una tale conoscenza è oltre che necessaria
indispensabile, no solo per condurre meglio le battaglie sinda-
cali e politiche nella campagna, ma anche perché cadessa
legata anche la nostra politica verso una parte dei ceti medi
che nella loro piccola e media proprietà agricola sono la fonte
di investimento, come si esprime il documento approvato dal
Comitato Federale per la preparazione del IX Congresso della
Federazione Comunista Fiorentina
Quale il rapporto di produzione dominante nelle nostre cam.
pagne? La risposta è ovvia, e la si può dare anche senza suf-
fragarla di notimi dati statistici: la mezzadria. Una mezzadris
pero bene giungere subito, che ha perduto alcuni di quei
caratteri fondamentali secondo i quali veniva definita da Mars
...In forma di transizione della forma originario della rendita
alla rendita wpitalistic.... (nella quale) ...il conductore de for
do (....) oltre al suo lavoro (...) fornisce una parte del capitale
di esercizio, mentre il proprietario fondiario. Oltre alla terra
fornisce un'altra parte del capitale di esercizio (ad es. il bestiame)
e il profitto è disiso in determinate proporzioni... (Capitale, III,
3. p. 212). Ed ha perso alcuni di questi caratteri, in parte per
il venir meno o per la rapidissima diminuzione nel peso specifico
del capitale d'esercizio della parte colonica (e Sereni ha
studiato con molta attenzione la genesi di questo fenomeno nelle
nostre campagne, ed in parte (e cio grazie alle grandi lotte
contadine ed al peso dell'intero schieramento democratico) per
le diverse modalità di riparto, migliorate a favore dei mexandri,
dei prodotti salvo naturalmente altre modificazioni marginali
(patti colonici: regalie, obblighi per strade, fosse, ecc.).
Ora un contratto di questo tipo, che nel Medio Evo fece al
che venissero legioni di coltivatori, che ha avuto per secoli un
benefico effetto sull'agricoltura e sull'economia regionale, è di
ventato da tempo (piu o meno dagli inizi del secolo scorso un
freno allo sviluppo produttivo e sociale delle campagne toscane
e dell'intera società della regione,
Bastano pochi elementi di raffronto (che risulterebbero ancor
più indicativi se si astendesse l'analisi anche ad altre zone dove
la mezzadria non esiste), per rendersi conto di cosa abbia rap-
presentato il permanere della mezzadria per l'agricoltura e per
l'economia della nostra provincia
In primo luogo, una continua diminuzione della popolazione
agricola (1901: 223,584 unità su 939.051 residenti nella
vincia, pari al 23%: 1956: 183.283 s 916,310 abitanti, pati
al 20,016).
In secondo luogo uno spostamento, a favore dei groal possi.
denti, nella ripartizione della poprietà terriera, la cui curva
statistica si i venuta sempre pit alzando ai lati ed appianando
al centro, & significare l'aumento della grossa proprietà da un
lato, ed il crescente numero di piccoli proprietari e di piccoli
coltivatori che si avviamo a perdere la terra dall'altro. Pochi
dati saranno sufficienti a documentare il fenomeno. Nel 1929
proprietari terrieri da 100 a 3.000 ha. crano 302; nel 1946 essi
erano diventati 749 con 190.304 ha., una superficie agraria
complessiva di ha 368.022: il 55%, pur non rappresentando che
il 21% di tutti i proprietari terrieri. D'altro canto proprietari
sino a 10 ha, (plocole e medie proprieta) crano passati dn 11.681
nel
consumati: yli 307.930: 1953: q.li 299.505): e qui se si dice che
la Montecatini e la Federconsorzi > c'entrano assai, non si
dice certo cosa lontana dal vero, anche se la propensione verso
le macchine e non verso la concimazione da parte della pro-
prietà terriera, dovuta in gran parte a motivi gretti e contin
genti, dovrebbe rappresentare per noi un buon motivo di ti
Hessione
1929 a 29.777 nel 1946, mentre erano notevolmente aumentati
i proprietari di piccolissimi apperamenti di terreno. Ne si può
ritenere che il quadro sia di molto cambiato dal 1946 ad opei.
Salvo qualche KTOREA, ma isolata cessione, le cone sono rimaste
le stesse, dato che non possono certo rappresentare un elemento
di rilievo i 574 ha, di terra distribuiti ai contadini della pro
vincia dal 1918 al 1958 attraverso la Cassa per la formazione
della piccola proprieti contadina.
Un altro elemento positivo che ha aperto la strada anche al
realizzarsi di molti di quelli sottolineati più sopra e che rappre
senta un elemento caratteristico dello sviluppo delle agricoltura
fiorentina e toscana, dato dal progressivo costituirsi (il fenomeno
si è andato via via accentuando dopo la costituzione dello
Stato
italiano) di grosse aziende agrarie che riuniscono 10, 20, 25 e
più poderi: esse danno praticamente il tono alla agricoltura della
nostra provincia, se nel 1939 (non passediamo dati statistici più
recenti che pure sarebbero di innegabile interesse) coprivano in
Toscana il 10.9% della intera superficie agraria e forestale le
crediamo che adesso, nella nostra provincia, questa percentuale
sin ancora più alta).
In terzo luogo una notevole tendenza alla diminuzione di alcune
colture industriali di notevole importanza e di elevato rendi
mento:
1936-39
1948-51
1953
TABACCO
4.206,94 5.136.70
4.309.03
BARBABIETOLA g.li 241.005.00 185.050,00 204,400,00
ad aggravere tale fenomeno si è aggiunta la virtuale stagnazione
per alcune colture fondamentali e tradizionali del podere men
zadrile toscano
1904
1953
1936-39 1918-51
GRANO
q.li 1.813.206 1,090.752 993.990 1.523.700
GRANOTURCO qili 315.377 27.022 250.500 342.050
Questo concentrarsi delle aziende ha portato gli effetti positivi
ricordati, ed è stato anche la fondamentale base oggettiva della
sempre crescente capacità di lotta delle masse mezzadrill, por
determinando proprio per quelle modificazioni, un pauroso crollo
Isi potrebbe parlare di avvio alla eliminazione del bracciantato
fisso ed avventixio. Possediamo a questo riguardo dati non facil
mente confrontabili, ma se vero che nel 1881 braccianti erano
complessivamente 221.081 in tutta la Toscana, che nel 1901 erano
calati a 135.771, la semplice lettura dei dati relativi alla pro-
vincia di Firenze per il 1956 (6.861 salariati fissi ed eventizi),
ci indica certamente l'ampiezza del fenomeno e richiamaal
tempo stesso la noctra attenzione all un'altra conseguenza negativa
del permanere della mezzadria sulla sconomia della provincia:
Tali dati, se uniti alla graduale scomparsa della produzione di il doloroso fenomeno della disoccupazione di massa, che trae
lana e di bozzoli di seta, ed alla grave diminuzione dell'esten sempre nuove reclute da questa rarefazione del bracciantato, oltre
sione dei prati, dei prati-pascoli e dei pascoli permanenti (1929- che dalla cfugn dai campi di larghi strati degli stessi mezzadri.
ha. 21.158: 1953: ha. 19.640) e della superficie coltivata a legu cl'ari della città rende liberi > dicevano sette secoli fa i servi
minose (1936: ha. 10.187; 1953: ha. 8.430), ci offrono, sfrondata
della gleba che abbandonavano le terre del feudatario: oggi si
di molti interessanti veli, una realta caratteristica della economia potrebbe dire che l'aria della città rende disoccupati, o perlo
mexadrile fiorentina e toscana: la sua cronica incapacità, & tra-
meno spostati migliaia di lavoratori della campagna che la
sformarsi, sia pure gradualmente e cautamente, in economia abbandonano sotto il peso delle insopportabili condizioni di vita
agraria di tipo industrializzato e quindi altamente redditizio, per e di lavoro
cui anche certi progressi, un tipo particolare di sviluppo che Quali vie si possono quindi proporre per permettere alla cco-
sotto cercheremo di analizzare, sono condizionati, limitati, ed in nomia apraria della nostra provincia di fare un salto in avanti
definitiva sminuiti di questa fondamentale incapacita, che puo dando el una spinta se non decisiva certo assai importante
essere chiaramente individuata anche e soprattutto nella impos alla modernizzazione dell'intera vita economica dei 50 comuni
sibilità strutturale di questo tipo di economia agraria a mante
fiorentini, tenendo presente la necessiti di muoversi nel quadro
nere sull'azienda un patrimonio che possa rappresentare per il
ed in collegamento delle altre profonde riforme strutturali pre
rendimento in carne ed in prodotti di stalla, una delle fonda viste dalla Costituzione repubblicann. e frn esse in primo luogo
mentali più sicure, componenti del reddito dell'azienda stessa l'eliminazione del peso soffocante che alcuni monopoli esercitano
Le cifre, anche questo riguardo, sono assai indicative: capi anche sulla vita delle nostre campagne! Teoricamente, tre vie
di bestiame esistenti nella provincia 1904: 540.910: 1930: 318 328;
sono possibili: 1) la conduzione diretta delle aziende agrarie
1953:256.900, Si ha come si vede un <rend> Dettamente rivolto da parte dei proprietari con mano d'opera bracciantile; 2) la
al basso e particolarmente grave e il fatto che scendendo ad una
(continua a B. 10)
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analisi pii particolareggiata di questi dati, ci troviamo di fronte
ad una importante contrazione del patrimonio ovino, (1930: capi
158.565: 1953: 122.600), alla stagnazione di quello bovino (1930:
92.9158: 1953: 95.400), ed in esso alla tendenza verso la dimi
nuzione, e cioè particolarmente significativo del numero delle
mucche lottifere (1941 anno di gerra: 17.837; 1953:13.7001
Parlavamo poco sopra di aspetti positivi della economia agraria
della provincia. Essi si possono riassumere nella aumentata produ-
xione unitaria per alcuni cereali (frimento: 1913: 11.9 q.li per
ha.: 152: 17: granoturco: 1913: 15.3: 1951: 19.8: nei considerevoli
investimenti nelle colture legnose specializzate e promiscue (1929:
1421 ha, di coltura specializzata della vite: 1953: 5.916. Il pro
dotto però, salvo annate eccexionali come ad esempio il 1953,
non è aumentato di molto); nell'accresciuto parco macchine, in
particolar modo trattrici (1936: 176; 1941: 217; 1919: 475:
1952: 70. E negli ultimi anni la cifra è certo aumentata e assal
notevolmente), compensato per negativamente da una preoccu
pante incapacita far crescere nella stessa misura la concima
xione chimica nelle nostre campagne (1930: concimi chimici
Il peso della agricoltura nella cconomia
della nostra provincia è predominante:
si tratta, ora, di conoscere esattamente
questa realtà, cui sono legati molti ter-
mini delle lotte politiche e sindacali.