L'ARISTOCRATICO DEL "SOVVERSIVISMO"
Matteotti non fu mai popolare. Tra i compagni era tenuto in
sospetto per la ricchezza: gli avversari lo odiavano come si odia
un transfuga. Invece Matteotti era un aristocratico di stile, non
di famiglia. Il suo socialismo non è la ribellione avventurosa del
conte Graziadei che abbandona una famiglia secolare e, rompendo
le tradizioni, accetta la vita dello studente spostato con l'amante
intellettuale che diventerà la moglie inquieta della famiglia pic-
colo borghese, come succede ad ogni buon nihilista - fedele al
programma demagogico di andare al popolo.
Invece
Matteotti si iscrisse al Partito Socialista a 14 anni,
probabilmente senza trovare grandi ostacoli in famiglia, forse an.
che ignorando la fortuna del padre che del resto non era più
che mediocre. Era socialista già il fratello Matteo, che lo prece-
dette negli studi di legge e pare che lo iniziasse, con qualche
influenza, nonostante la morte precoce a trent'anni.
Il padre, di una famiglia di calderai, era venuto a Fratta
Polesine dal Trentino 50 anni fa, quasi povero. S'era dato al ri-
sparmio con la costanza e il sacrificio di un emigrante. La si.
gnora Isabella lo secondava dietro il banco del piccolo negozio
di commestibili. I guadagni venivano investiti in terreni con l'avi.
dità del profugo che s'aggrappa alla terra per istinto come per
incomiciare delle tradizioni. La fortuna della famiglia Matteotti
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