canapa del Polesine settentrionale, al regime di piccola proprie.
tà di Rovigo. Ci sono gli elementi obbiettivi per le soluzioni
politiche estreme. L'industriale della terra bonificata deve seguire
la logica dei costi sempre più bassi con la naturale avidità fa-
vorita dalla miseria del proletariato ; dove incontri il fittavolo o
il piccolo conduttore di terre, trovi insieme all' arrivismo dello
spostato il sistema di cultura di rapina, con la crudeltà che va
oltre tutti gli esempi. Non bisogna dimenticare che lo schiavismo
agrario dei fascisti nacque in Polesine con la complicità dei fit-
tavoli. In queste condizioni, acuite dal dopo guerra, mentre i
popolari furono subito il sostegno della piccola proprietà, i 'so-
cialisti pensarono a difendere i lavoratori con le cooperative di
lavoro, con l'assistenza alla mano d'opera. In Polesine le agi-
tazioni per l'aumento dei salari s'erano già da parecchi anni
dimostrate insufficienti perchè i conduttori di fondi aumentavano
i salari e diminuivano le ore di lavoro. I problemi socialisti da
risolvere erano: l'imponibilità della mano d'opera (ossia attri.
buzione di un carico di mano d'opera per ciascun fondo), e il
collocamento, che si voleva libero dagli agrari e dai socialisti
invece affidato agli uffici di collocamento. Intorno a questi pro-
blemi concreti la lotta fu incerta. nel dopo guerra. Gli agrari
tutti, nel 1920 - quando si riuscì a sostituire uno schema
unico di patto agricolo, variabile solo nelle applicazioni, ai 70
prima vigenti nei 63 Comuni della provincia – reagirono con
l'ostruzionismo e prepararono i fasci per dominare i lavoratori
con la violenza.
Matteotti è stato uno dei protagonisti di questa lotta. Egli
cercò di regolare le direttive politiche sulla base di queste pre-
messe economiche. Quindi l'ostilità contro tutti i declamatori
del generico massimalismo. Ai cinquantamila lavoratori organiz-
zati della provincia bisognava indicare dei passi progressivi, non
dei programmi di inquietudine e di rivoluzionarismo inconclu-
dente. Per dare il senso della lotta occorreva non compromet
tersi in una catastrofe. Era la tattica opposta, già allora, del
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sindacalismo isterico, da caffè concerto, di Michelino Bianchi che
da Ferrara aveva esercitata la sua allegra influenza... rivoluzio.
naria anche in provincia di Rovigo. Gli elementi più accesi del-
la sinistra sindacalista ed anarchica, nemici di Matteotti sin dal-
la prima ora, da W. Mocchi a Enrico Meledandri al comm.
Marinelli, che ora sarà al banco degli accusati per il suo omi-
cidio, furono poi tutti a fianco degli agrari nella reazione fasci-
sta: essi avevano esercitato il sovversivismo come una specie
di professione della malavita politica per trovare un posto a
Montecitorio. Nell'odio per la società portavano soprattutto le
loro delusioni di politicanti (1).
Il politicantismo faceva le sue pessime prove nel Polesine
socialista soprattutto attraverso i circoli in buona parte massi-
malisti) e durante il periodo elettorale il mercato dei voti si
praticava mediante i più allegri banchetti. I deputati socialisti
della provincia, da Badaloni a Soglia, trescavano coi radicali :
Gallani, medico, s' era addirittura fatto commesso viaggiatore di
sè stesso e in tempo di proporzionale percorreva in bicicletta le
campagne offrendo specifici ed esortazioni: -- Votate per me !
L'opera di Matteotti trascurava quasi deliberatamente i Cir.
coli e si svolgeva nelle Leghe. Consulenza alle Cooperative agri-
cole, aiuto nella creazione delle Cooperative di consumo, ten-
denza a fare in tutte le sedi questioni pratiche di realizzazione.
Le sue predilezioni per le scienze giuridiche ed economiche tro-
varono qui l'opportunità di inserirsi nella sua fede di socialista,
e non fu solo il più dotto dei socialisti che scrivessero d'eco-
nomia e di finanza, ma il più infaticabile nel lavoro quotidiano
di assistenza amministrativa.
Dovendo fissare dei rapporti bisogna avvertire che l'intransi-
genza di Matteotti in Polesine, che fu accusata ora di estremi.
(1) Un sindacalista rivoluzionario nel 1913, a Donada, arrivò a proclamare
l'astensione del Sindacato dalle urne per far votare sottomano a favore dei radicali
che gli avevano dato i quattrini. Costui è ora nel partito fascista. Questi erano gli
avversari di G.
Matteotti nella lotta agraria!