La veduta descrive la confluenza dei due canali, Maggiore e Comune, nel tratto finale del loro percorso urbano presso il borgo denominato Borgo del Naviglio a Parma. Essi scorrevano provenienti dalle falde dell'Appennino. Verso l'inizio di Borgo del Naviglio, nell'estremo limite nord-est della cinta urbica, i due canali si ricongiungevano per formarne uno solo che usciva dalla città: il Naviglio, noto fin dal XII secolo come idrovia per Coenzo e poi per Colorno. Più volte scavato e riscavato (da Margherita Farnese nel 1628), il canale non era tuttavia più navigabile già nell'Ottocento - quando costituiva uno dei rari elementi scoperti del ramificato sistema di corsi d'acqua un tempo esistenti in città e poi ricoperti o interrati nei successivi risanamenti otto e novecenteschi.