Bacco, il dio del vino, si erge isolato su uno sfondo paesaggistico. Uve e viti sono visibili sulla roccia sotto il suo calice a coppa e gambo lungo. L'artista rappresenta la divinità decadente come un maschio adulto completamente nudo con un ventre leggermente pronunciato e il viso e i riccioli di un ragazzo. La strana giustapposizione è appropriata per una figura che simboleggia il piacere, la frivolezza e l'eccesso.
Sebbene Annibale abbia dipinto più tardi gli affreschi che rappresentavano la figura di Bacco nel Palazzo Farnese a Roma, questa tela risale a un precedente soggiorno breve a Venezia nel 1590-91. Lo sguardo fisso del dio del vino e la brillante illuminazione richiamano lo stile del grande pittore veneziano rinascimentale Paolo Veronese. Non si conoscono la collocazione originale né il committente del dipinto. Per questo motivo, è possibile ipotizzare che Annibale l'abbia realizzato come esercizio personale.
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