Questi due grandi paraventi illustrano le battaglie conclusive di Ichinotanie di Yashima fra i clan Minamoto e Taira, che portarono allo stabilirsi per la prima volta di un’egemonia militare estendentesi all’intero Giappone. La guerra durò dal 1180 al 1185, terminò con la sconfitta dei Taira e portò nel 1192 alla nomina a 'shōgun' di Minamoto-no-Yoritomo. Le vicende di quell’epoca generarono grandi epopee, le più famose delle quali sono lo 'Heike monogatari' e il 'Genpei sesuiki'. All’epoca in cui questi due paraventi furono dipinti, il Giappone era da poco uscito da un lungo periodo di guerre civili e l’evocazione delle antiche battaglie godeva di grande popolarità presso le famiglie di samurai che intendevano confermare, anche nella nuova situazione di pace, il proprio attaccamento agli ideali marziali.
Si noti che alcuni cavalieri indossano lo 'horo', bianco o rosso. Trattasi di un mantello attaccato alla parte posteriore della corazza dei guerrieri nel periodo feudale: delle strisce di tessuto erano cucite insieme – a volte su una grande impalcatura di vimini, bambù o altri materiali – in modo che si gonfiassero come un palloncino quando il guerriero cavalcava. Serviva a proteggere la schiena e i fianchi dalle frecce, oltre a confondere gli avversari coi suoi movimenti.
Sul retro del paravento si trova un’etichetta con la scritta 土佐刑部大輔光信, Tosa Gyōbu Taifu Mitsunobu, traducibile come “Tosa Mitsunobu, Primo Assistente al Ministro della Giustizia”. Il famoso pittore e fondatore della omonima scuola Tosa, Mitsunobu (1434-1525), fu effettivamente nominato a tale alto grado nel 1496, ma l’attribuzione è fuorviante perché l’opera non appartiene a quel periodo da un punto di vista stilistico e non può quindi essere opera del Maestro.