Il cremonese Francesco Riccardo Monti (questo il suo nome completo) fu l’ultimo di una lunga serie di artisti scultori appartenenti alla sua famiglia, ed ebbe modo, durante tutta la prima parte del novecento, di illustrare le sue capacità nel mondo intero. Realizzò in particolare numerose opere e targhe relative ai caduti della Grande Guerra. All’epoca del regime fascista, pur avendo già notevole fama in Italia, decise di andarsene. Partì per un lungo viaggio che lo portò prima a New York e poi a Manila, città in cui si trasferì definitivamente nel 1930. Condannato alla fucilazione per aver collaborato con la resistenza filippina durante l’invasione giapponese, si salvò per intercessione del delegato apostolico. Nel dopoguerra il suo prestigio nel paese asiatico crebbe a dismisura. Qui vediamo, ritratta in marmo di Carrara, una figura femminile dalle gentili fattezze che apre le proprie braccia accogliendo il destino della morte. Da notare la bellezza dei panneggi e il volto nobile e assorto.