BEYOND FORM

“Quanto pesa il suo edificio, signor Fuller?” Questa domanda si è sentita spesso recentemente in riferimento al potenziale contributo dell’ingegneria più d’avanguardia allo sviluppo di strutture con la minima quantità di massa per un determinato scopo. In linea di principio, si potrebbe guardare la storia dell’edilizia come una continua riduzione della quantità di materia necessaria per la campata di un ponte, l’area di un tetto o lo spazio racchiuso da una facciata. Sempre in linea di principio, infatti, meno materiale equivale a costi minori, maggiore velocità, ma, soprattutto, minore energia utilizzata per la realizzazione. In tal senso, l’opera di Werner Sobek spinge la storia in questa direzione. La sua proposta più radicale è stata, probabilmente, lavorare con il vuoto per rendere rigide le superfici e aver usato aria compressa per dare resistenza agli elementi strutturali gonfiabili. Nei suoi progetti Sobek è arrivato al punto di cambiare la scala di misurazione delle proporzioni tra peso e resistenza dalle tonnellate ai chilogrammi, fino ai grammi. La sua ricerca però non si limita a un’efficienza strutturale unilaterale. I suoi progetti sono caratterizzati da notevole eleganza, bellezza e raffinatezza. Egli non è solo capace di inquadrare il problema strutturale in modo originale, ma sa anche operare una scelta pertinente tra tutti i possibili sistemi costruttivi. Una copertura cubica bianca che funziona con pressione negativa per proteggere rovine archeologiche o travi ad aria che sostengono una leggera volta di plastica sono soltanto alcuni esempi dell’equilibrio esemplare tra ingegneria e architettura che Sobek ha saputo raggiungere.