BEYOND THE RIVER: 50 SCHOOLS

Il fenomeno globale della migrazione dalla campagna verso la città dovrebbe essere di per sé una buona notizia, dal momento che la concentrazione di persone facilita, rendendole più efficienti, le politiche pubbliche di accesso ai servizi. La concentrazione in uno spazio circoscritto ottimizza gli investimenti in acqua, fognature, elettricità, trasporti e servizi sanitari. Ma come fare con le persone che continuano a vivere disseminate nelle campagne e con un accesso limitato alle infrastrutture?
Luyanda Mpahlwa cerca di risolvere la questione utilizzando l’istruzione come un fattore determinante per raggiungere l’uguaglianza. Il progetto presentato è una rete di piccole scuole costruite nel luogo dove vivono gli studenti, evitando così di costringerli a percorrere quotidianamente chilometri e chilometri. La situazione di disseminazione e lontananza comporta una serie di sfide logistiche: gli edifici devono combinare materiali e tecniche tali da garantire uno standard di qualità nazionale con materiali e maestranze locali facilmente reperibili. Inoltre, per attirare buoni insegnanti in questi luoghi remoti, le scuole si compongono in parte di aule e in parte di alloggi, integrando così le varie funzioni e provando che l’ideale modernista della separazione tra le stesse non è una verità assoluta. Il fatto che si tratti di una rete, di un’operazione seriale, porta iscritto nel proprio DNA un elemento di riproducibilità, che rappresenta sempre una sfida per le politiche pubbliche, ossia come operare in scala mostrandosi nel contempo rispettosi delle condizioni locali.