In questa tela Padova volge lo sguardo al paesaggio familiare della Pianura Padana e si concentra sugli animali che la popolano. Protagonisti sono gli uccelli; tuttavia, la loro rappresentazione non trova radici nel naturalismo, al contrario l'autore definisce le loro sagome tramite un segno sottile, i loro corpi sono trasformati in colorati labirinti uniformati all'intrico della vegetazione che li ospita. L'operazione compiuta da Padova è quella di trarre sì spunto dal reale, ma di attuare uno scarto dal vero, proponendo un paesaggio in cui nessun elemento naturalistico appaia riconoscibile, mentre tentacolari forme ambigue occupano lo spazio della rappresentazione; un ruolo fondamentale è giocato dal colore, che diviene materia densa, spessa, stesa per sovrapposizioni. Le figure deformate e contorte diventano il simbolo delle angosce e delle inquietudini che tormentano l'animo dell'autore.