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Blancheur rigide dérisoire en opposition au ciel

Cheikh Ndiaye2015

la Biennale di Venezia - Biennale Arte 2015

la Biennale di Venezia - Biennale Arte 2015
Venezia, Italia

Cheikh Ndiaye
Nato a Dakar, Senegal, nel 1970.
Vive e lavora tra Dakar, New York, USA , e Lione, Francia.

Cheikh Ndiaye utilizza la pittura, l’installazione, la fotografia e il cinema per registrare la vita postuma di oggetti ed edifici. Una serie di dipinti cominciata nel 2011 presenta i cinema africani di design modernista che hanno rotto radicalmente sia con l’architettura coloniale che con lo stile architettonico locale. Ndiaye rende il deterioramento di questi edifici, che da allora sono caduti in rovina, con tonalità lucenti e calorose, entro angolature ben inquadrate che ricordano le foto di scena o le cartoline illustrate. La loro prospettiva obliqua attira l’attenzione sul piano stradale, verso gli spazi vivi e flessibili che da allora sono stati innestati nei siti in disuso – un muro esterno che diventa il supporto per una bancarella di cibi o un riparo temporaneo –, per mostrare come le comunità reinterpretino continuamente le città adattandole alle loro vite, ai loro valori e alle loro economie informali.
Nella sua nuova opera intitolata Blancheur rigide derisoire en opposition au ciel (Biancore rigido derisorio in opposizione al cielo), frase tratta da una poesia di Stephane Mallarme (1842-1898), Ndiaye dipinge uno spesso bordo bianco lungo la parte inferiore di vari oggetti, apparentemente anacronistici, tra cui un globo, un periscopio, una capanna e dei pali di legno. La vernice bianca allude con sagacia alla calce utilizzata spesso da alcuni colonialisti per delimitare i luoghi esterni. Questi spazi imbiancati rendevano i corpi neri più visibili e, secondo Ndiaye, divennero un ulteriore meccanismo perverso di sorveglianza e controllo. Nella sua vasta installazione, il bianco diventa un’allegoria per esplorare lo straniamento e le logiche di dominazione auto-perpetuanti. Le funzioni di questi oggetti appaiono irrilevanti, persino cancellate, al servizio di un rigoroso, benché arbitrario, schema coloristico. Ndiaye allude ai resti fisici del colonialismo, i quali – come le facciate impallidite che lentamente si sbriciolano e sbiadiscono –, vengono privati del loro potere.

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  • Titolo: Blancheur rigide dérisoire en opposition au ciel
  • Creatore: Cheikh Ndiaye
  • Data di creazione: 2015
  • Diritti: Courtesy l'artista e Galerie Cécile Fakhoury, Abidjan, Foto di Alessandra Chemollo; Courtesy: la Biennale di Venezia, con il supporto di Ford Foundation and Institut français/Programme Afrique et Caraïbes en creations.
  • Materiale: installazione in loco a tecnica mista
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