Se siamo d’accordo sul fatto che sia auspicabile progettare architetture radicate nei loro contesti, allora dovremo cominciare dalla comprensione delle capacità e dei materiali locali. Se lo facciamo, il risultato può essere non solo un oggetto che si accordi al luogo, ma anche un mezzo attraverso il quale sviluppare la nuova conoscenza come risorsa rinnovabile di un ciclo infinito.
In questo senso il lavoro di Anupama Kundoo è un buon esempio di come si possa partire da una profonda analisi dei materiali e delle capacità locali. I materiali hanno un insieme specifico di regole intrinseche. L’approccio di Anupama Kundoo ai vari materiali è radicato in quelle leggi che vengono dalla materia stessa. Prosegue poi analizzando in che modo la cultura del luogo ha affrontato quelle leggi materiali. Le arti, le competenze e le conoscenze disponibili presso la forza lavoro locale, sono considerate fonti di informazioni su cui riflettere prima di prendere qualsiasi decisione specifica. Prestare attenzione a ciascuno di questi mondi, anche cercando di integrarli in una sola operazione, non garantisce necessariamente una buona opera architettonica. Considerare il design solo come tecnica per modellare o scolpire ci avvicina più alla pratica artigianale che all’architettura. Nel caso di Kundoo, nel design si considera un terzo argomento: l’importanza dell’anima umana. Il suo lavoro potrebbe essere visto come un tentativo di progettare luoghi per lo spirito. E una dimensione così difficile da afferrare potrebbe spiegare che, benché lei cominci da ciò che è già presente nel luogo, il modo in cui si occupa di preesistenza è sempre nuovo e innovativo. La ricerca di una dimensione spirituale nella tradizione moderna tende a essere vicina a un etereo minimalismo astratto. Nel suo caso è piuttosto fisico, espressivo e presente; forse perché le cose spirituali sembrano essere un elemento collettivo, più che individuale. Il progetto si propone di essere un catalizzatore, affinché la comunità che vi lavora si veda riflessa nel lavoro svolto. Così il denaro speso rimane nell’economia locale e l’arricchisce. Quando si lavora in contesti di scarsità, questo è il modo più appropriato per garantire l’accessibilità e il successo del progetto.