Caricamento in corso

Busto di Vaslav Nijinsky (1890-1950)

Una V. Troubridge

Teatro Alla Scala

Teatro Alla Scala
Milan, Italia

Vaclav Fomič Nižinskij, traslitterato come Vaslav Fomich Nijinsky (Kiev, 17 dicembre 1889 secondo il certificato di nascita all’atto del battesimo a Varsavia ma secondo alcuni storici 12 marzo 1888 e la
sorella 1889 - Londra, 8 aprile 1950) è stato definito il “le dieu de la danse” della prima metà del’900. Di genitori polacchi, anch’essi ballerini, entrò nel 1898 alla Scuola Imperiale di balletto a Pietroburgo. Si fece subito notare per la sua bravura: debuttò in uno spettacolo di allievi nella parte (profetica!) del fauno in Acis et Galathée (1905).
Già qui la sua elevazione e leggerezza (poi diventate leggendarie) si sarebbero manifestate compiutamente. Era già una celebrità in Russia quando Sergej Djagilev lo chiamò per la prima stagione dei Ballets Russes. Divenne in breve l’idolo del pubblico occidentale, interprete, tra l’altro, di Carnaval, Shéhérazade, Le Spectre de la rose (basti ricordare lo stupefacente grand jéte con cui usciva di scena, scavalcando una finestra). E ancora Petruška. Grazie all’influenza di Djagilev divenne coreografo di L'après-midi d'un faune (1912), Jeux (1913) e in seguito di Le Sacre du printemps (1913) su musica di Igor Stravinskij, forse il maggior scandalo teatrale del’900. Tra i suoi indiscussi meriti la potenza espressiva e ormai antiaccademica del suo linguaggio coreografico, che proiettò la danza in una
dimensione già compiutamente moderna. Nel 1914 la rottura con Djagilev lo portò ad una vita randagia, foriera di numerose crisi depressive (nel 1916, in America, creò comunque per e con i Ballets Russes il balletto Till Eulenspiegel). Sempre nel 1916 si trasferì a St. Moritz, dove iniziò la stesura dei suoi Diari, e si esibì per l’ultima volta in un assolo (1919). I segni di una ereditaria dementia precox , contro cui nulla poterono i maggiori psicologi e psichiatri dell’epoca, si manifestarono proprio in Svizzera e da lì ebbe inizio l’interminabile iter del suo internato in diversi nosocomi. Nijinskij morì a
Londra nel 1950. Un primo Dario, censurato dalla moglie Romola de Pulszky, da cui ebbe due figlie, fu dato alle stampe nel 1937. Solo nel 1995, superata l’opposizione delle parenti, i Diari furono
pubblicati in Francia nella versione originale. Nijinskij è qui ritratto da Una Troubridge, scultrice e traduttrice (fu lei ad introdurre Colette al pubblico inglese).

Mostra menoUlteriori informazioni
  • Titolo: Busto di Vaslav Nijinsky (1890-1950)
  • Creatore: Una V. Troubridge
  • Sede: Museo Teatrale alla Scala
  • Materiale: Marmo
Teatro Alla Scala

Scarica l'app

Esplora i musei e divertiti con Art Transfer, Pocket Gallery, Art Selfie e altre funzionalità

Home page
Discover
Gioca
Qui vicino
Preferiti