Camera oscura costruita o forse solamente appartenuta a Canaletto, come testimonia l'iscrizione “A. CANAL” sul coperchio di protezione. Nota anche come “camera ottica”, si tratta di un vero e proprio strumento scientifico documentato fin dal Medioevo utilizzato a partire dal pieno Cinquecento anche in campo artistico. Nel Settecento Canaletto ne farà lo strumento principe dei vedutisti. La camera oscura è costituita da una scatola in legno dotata di obiettivo, specchio riflettore e piano di proiezione in vetro smerigliato. L'obiettivo è costituito da un tubo in cartone su cui, all'estremità, è fissata una lente convergente (diametro 33 mm; distanza focale 400 mm). All'interno della scatola è montato uno specchio inclinato a 45° che riceve l'immagine capovolta dall'obiettivo e la riflette, raddrizzata, sul vetro smerigliato. Sul vetro (200 x 200 mm) l'artista appoggiava un foglio di carta sottile, oleata e/o semitrasparente, su cui poteva riportare le forme riflesse dallo specchio. All'inizio del XIX secolo lo strumento venne modificato fino a diventare una vera e propria macchina fotografica.