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Carteggio, Oggetto 927

Carla Lonzi24 dicembre 1953 - 25 dicembre 1964

La Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale
Roma, Italy

Nutrito nucleo di lettere che testimoniano il legame esistente tra le due amiche; di maggiore consistenza sono gli anni 1955-1956 mentre dal 1957 la corrispondenza risulta decisamente più esigua; sono presenti anche alcune minute di Cala Lonzi, come testimonia anche l'indicazione autografa «lettere mie, scritte e non spedite o spedite in altra copia».
Sono affrontati svariati temi che si riferiscono all'ambito artistico (come, tra le altre, l'attività di redazione dell'articolo su Ben Shahn oppure i commenti sulle mostre visitate o su artisti quali, ad esempio, Guttuso o Scialoja), letterari (come, tra gli altri, il rapporto con Carlo Muscetta, la conferenza di György Lukács), cinematografici (commenti a film quali Senso, I sette samurai, Zio Vania), filosofici e politici (PCI); sono raccontati stralci di vita, sentimenti ed attività professionali.
Sul versante artistico si delinea un ambito culturale con personalità quali Longhi, Gregori, Maltese, Briganti, nonché Alberto Martini; si descrive la cerchia di amici comuni anche di ambito universitario e/o politico romano, quali, tra gli altri, Carla Innocenti, Alberto e Maria Gloria Parigi, Gian Carlo Mibelli, Sante, Mario Lena.
E' presente un nucleo di corrispondenza a e di terzi, tra le firme figurano quelle di Giuliano Briganti, Franca Angelini, Lando Landini e Luciano [Pistoi] nonché della signora Matilde Andreani in Volpi indirizzate a Carla Lonzi o a Marisa Volpi
Presenti, tra gli altri, elaborati dal titolo: I giorni della nostra vita di Marina Sereni; Appunti in margine al dibattito contemporaneo ed uno schema di Carla Lonzi con proposte per la III edizione della Mostra pittura vecchio mercato.

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  • Title: Carteggio, Oggetto 927
  • Creator: Lonzi Carla
  • Date Created: 24 dicembre 1953 - 25 dicembre 1964
  • Transcript:
    Ottone Rosai continua Osteria azzurra Il punto di equilibrio tra mezzi pittorici mi fa pensare a Cezanne, nei sense difuno sti= le eccezionale, a cui corrisponde una realtà precisa ma precaria, nel senso di una facile rottura di questo momento classico verso un formalismo, ricorda Il piccolo formado por enrere come in tutti questi pittori, quale tradizione italiana fos= se più familiare, il trecento, senese o fiorentino, epseneseil volume'inteneri to come in Ambrogio più che definitorio come in Giotto, una disposizione al racconto stemperato poe= ticamente piùù che drammatico(ricorda anche Simone Martini delle storie di S. Agostino). Un gruppo di figure , una donna con le mani in grembo, sedute su banchetti che assotti gliano i gambi con effetto delicato.Azzurri e verdi impreziositi dallo spandersi di chia- rori lattei sui dorsi,che ispessisce i bordi,dando alle figure una presenza un pò fanto- matica. La definizione delle maschere dei volti è espressionista? Certo si potrebbe der scriverla analiticamente senza tuttavia perderne la sintesi pittorica cosi riuscita. E dal gruppo quasi a sottolinearne l'affettuosa e precaria compagnia, s'allontana una fi= gurina anch'essa tutta chiusa nella sua gonna a tre cannelli bianchi.Non s'esce da que- sta gamma che per il rosa dei volti. Osteria rossa 1921 Milano Coll.Giovanardi Le componenti sono ancora più chiare , espressionismo che non si impegna nella satira. Tutto torna stupendamente, la posa, il gesto, la sagoma delle figure le costringe ad espor: si quel tanto che chiama una comprensione più che un giudizio dello spettatore.Gli uomi = ni sono isolati e tristi, perchè quem quel meraviglioso rosso resse del pavimento, su cui le gambe sono impacciate. Niente è volgare:la lunga tavola vuota, le sedie,i banchetti. E il muro fonde il verde trascinato dal pennello su quel tappeto di rosso, con un pensiero estte = mo di eleganza Ma questo contrasto tra il tema e squallido e la raffinatezza dei modi pittorici è tenuto vivo internormente da una vida commozione, forse da una certa malinco - nia difronte a quella gente che è la sua gente, e la bellezza del quadro non è mai distratu ta e superflua. Così la donna è arcigna con le braccia conserte, un uomo ha un cappello sa sulle ventitrè e la mano baldanzosamente appoggiata al ginocchio, uno reclama qualche co= sa col braccio appoggiato a tavolo e un volto marcato, ma la mano è piccolissima e rosea. sul Sembrano tutti pieni di pudore, uno coi baffi è pesantemente pensoso, uno colto in un'espress sione d'assenza, tutto chiuso nella sua giacca marrone : uno appena seduto volge il dorso loate
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