Cavatappi di tipo a meccanismo: 1- con campana aperta e vite per estrazione; 2 - con campana aperta e cremagliera laterale per estrazione; 3 - con molla in acciaio che ne facilita l'estrazione; 4 - versione mignon di cavatappi tradizionale, portato alla cintura dalle dame e utilizzato per l'apertura dei flaconi di profumo; 5 - una volta inserito il ricciolo nel tappo e chiusi i due bracci laterali intorno al collo della bottiglia attraverso l'anello scorrevole, la molla in acciaio ne facilita l'estrazione; 6 - si tratta di una pompa ad aria che, attraverso un ago che fora il tappo, inietta aria nella bottiglia, costringendo il tappo a fuoriuscire per la pressione. Per ridurre lo sforzo necessario ad estrarre il tappo dalla bottiglia, vennero ben presto messi a punto sistemi a vite o a molla in grado di moltiplicare la forza. Il modello più antico, brevettato dal reverendo inglese Samuel Henshall nel 1795, era dotato di un semplice disco metallico tra il fusto e la vite, in grado di far girare il tappo nel collo della bottiglia. Tuttavia il sistema più comodo permette di trasformare – grazie ad una campana aperta o chiusa che preme sul collo della bottiglia – la forza di rotazione in trazione, secondo la tipologia ancora oggi più diffusa. I primi furono i francesi “tirebouchon à cage” seguiti dagli italiani a campana aperta in ottone – come il reggiano Faraboschi – e dal brevetto inglese di George Willets del 1884. Si deve tuttavia all’americano Charles Chinnock, con il suo brevetto del 1862 e ai miglioramenti di Walker, Williamson e Murphy la più vasta diffusione del modello.
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