In modo strano ma coerente, la volta celeste termina sopra il baldacchino di Giove come farebbe la cupola di una grande chiesa. Il cielo si chiude ambiguamente sopra se stesso, mescolando - come è costume di Giulio - la finzione di una realtà all’invenzione di uno spazio. Le dodici colonnine, appena nascoste da una nuvola, che sostengono la parte interna della cupola immaginaria hanno la funzione di tracciare un ulteriore cerchio, rispetto a quello delle nubi e a quello del baldacchino. Il tutto può ricordare i meccanismi di un orologio celeste, che l’aggressione dei giganti intende distruggere.