Opera vertiginosa, che ancora oggi stupisce e affascina i visitatori, la Camera dei Giganti mette in scena, all’interno di un ambiente reso simile ad una caverna, l’assalto delle creature mostruose al Monte Olimpo e al cielo degli dei. E’ Giove a dover combattere in prima persona questa battaglia, riscattando il timore e il terrore dei figli e delle figlie. Giulio immagina dunque la volta della camera come una volta celeste, costruita attraversa cerchi non concentrici. Il culmine di questa prospettiva, che sarà in seguito imitata molte volte, è il baldacchino del trono del re degli dei, significativamente vuoto se non per la presenza dell’aquila che simboleggia insieme Giove e l’impero. L’intera raffigurazione infatti ha anche un significato politico, alludendo al trionfo di Carlo V contro i suoi nemici. E’ interessante come il pittore, probabilmente Rinaldo Mantovano, crei una folla quasi indistinta e caotica di divinità, quasi nascosta nelle nubi bianche, orrificata dal procedere verso l’alto dei Giganti che presto cadranno, tempestati da folgori simili al fieno.
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