Giovanni D'Agostino (1932-2000) inizia a esporre nel 1955 con mostre personali nelle principali città italiane e straniere, partecipando a importanti esposizioni nazionali e internazionali. L'arte di D'Agostino è materica, informale, gestuale; i suoi riferimenti sono inizialmente Lucio Fontana e, nella piena maturità, Alberto Burri per l'intrinseco significato esistenziale che viene assumendo per lui la materia. La sperimentazione attraverso diversi supporti caratterizza la sua opera. "Traccia d'aria circolare" appartiene al ciclo delle "Cere", realizzato tra il 1972 e il 1985, in cui giungono a piena espressione i contenuti spirituali della ricerca materiale di D'Agostino. Il vuoto d'aria inglobato nello spessore della cera genera una traccia incompiuta che circoscrive il nulla, diviene impronta precaria dell'esistenza, quello che l'artista definisce un tempo fantasma che, pur essendo razionalmente inspiegabile, esiste. La cera, come una materia "imprendibile", uno strato scivoloso calato sulla tangibilità del reale, lascia trasparire l'impronta del suo trapasso.
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