Composizione di Enrico Prampolini è un dipinto particolarmente significativo, utile a descrivere il percorso dell’artista modenese e documentare l’ambiente culturale (quello della Milano nel secondo dopoguerra) in cui il lavoro è nato. Il dipinto infatti, come composizione astratto-concreta, esprime una serie di valori legati ai rapporti cromatici e formali, rotti dall’insistenza di un elemento segnico, più fluido e dinamico. L’opera, come ebbe a scrivere lo stesso Gillo Dorfles in occasione della VI Quadriennale di Roma nel 1955, “ricerca quindi forme mutevoli e varie ma in continua e progressiva metamorfosi, da un lato; dall’altro ricerca d’una realizzazione dei valori timbrici attraverso lo studio e l’impiego di materiali pittorici appropriati”. La pittura di Prampolini, in questa fase della sua attività si lega alle formulazioni astrattiste espresse sin dagli anni trenta da gruppi come “Cercle et Carré” e il più importante “Abstraction Création” a cui lo stesso artista aderì sin dal 1930.
Dal 1948 in poi, recuperando le ricerche precedenti agli anni della guerra, entra in contatto con l’ambiente concretista milanese, arrivando fino all’adesione al MAC.
L’opera di Prampolini però affonda le sue radici nei decenni precedenti, avendo l’artista frequentato l’ambiente futurista romano sin dal 1913. Il pittore risulta poi fondamentale per la teorizzazione, dopo la prima guerra mondiale, del Secondo futurismo attraverso la pubblicazione di diversi manifesti, tra cui ricordiamo L’atmosfera scenica futurista (1924) in relazione alla prolifica attività di scenografo che l’artista sviluppò costantemente durante tutta la sua vita. Legata al Secondo futurismo anche Ballerina in movimento, opera del 1935, in comodato presso il museo all’interno della Collezione Ferrazzi. (AC)