La sua opera si insinua in ogni spazio libero della superficie dell’ex casello ferroviario del paese partendo da una stilizzazione dell’albero, ricondotto ad una continuità tra apparato aereo e radici, in cui il fusto rappresenta solo un elemento transitorio, come se assorbire (sole e luce) e succhiare (sostanze nutritive) siano le uniche attività degne di nota.