Questo modello rappresenta una sezione di cortina fortificata suddivisa in tre elementi fondamentali: la scarpata, i salienti o sproni e la copertura. È stato costruito interpretando un gruppo di disegni realizzati da Leonardo durante i mesi passati al servizio di Cesare Borgia. La scarpata è studiata secondo i canoni proposti da Francesco di Giorgio Martini: è fortemente inclinata per deviare i colpi dell’artiglieria avversaria e con un grande rapporto tra misure in pianta e in alzato per avere la massima resistenza strutturale agli urti frontali delle bocche da fuoco nemiche. I salienti semicircolari sono concepiti anch’essi per resistere alle forze d’urto e dimostrano come Leonardo tenesse conto dei suoi recenti studi di balistica concependo forme convesse per offrire ai proiettili la minore incidenza possibile. Nella nota al foglio 50 v. scrive infatti: “Qui ogni colpo diminuisce la metà perché s’appoggia infra”. Come Leonardo bene evidenzia nel foglio 63 r., i profili salienti sono costituiti da corsi di mattoni disposti a raggiera in modo da ripartire carichi e spinte laterali. Questo accorgimento dimostra come avesse ben studiato la resistenza degli archi negli anni precedenti. Le batterie d’artiglieria sono poste nelle gole tra un saliente e l’altro. Gli ampi spazi di disimpegno sono ricavati sul retro della copertura, che ha una forma parabolica in grado di resistere ai colpi sia orizzontali sia verticali. La copertura maschera infine i piombatoi atti a difendere sia la parte anteriore della fortezza sia gli accessi retrostanti ai locali delle bombardiere. Questa architettura dalle forme rivoluzionarie, che si plasma attorno al fenomeno fisico dell’incidenza dei proiettili, sembra essere concepita da Leonardo secondo i criteri di una difesa solamente passiva.
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