Associato al culto dei morti fin dall'antichità, il cipresso è simbolo di vita eterna in alcune civiltà orientali, specialmente in Persia, nell'area della religione di Zoroastro (600 a.C.).Per i Greci i boschi di cipressi avevano carattere sacro e spesso venivano impiantati in prossimità dei santuari (Asclepio) o di altre aree sacre. La mitologia narra che il giovane Ciparisso, un principe leggiadro e di eccezionale bellezza, per errore uccise il suo amato cervo dalle corna d'oro massiccio e che, non trovando pace dal dolore, Apollo lo trasformò in un cipresso. I Romani e gli Etruschi riprendono l'eredità greca del cipresso come albero sacro, legato al lutto e al funerale, oltre che a motivi ornamentali.
In ambito cristiano, il cipresso – insieme alla palma, al cedro e all'ulivo – è ritenuto uno dei quattro legni con cui fu costruita la croce di Gesù.