In Antoine-Laurent Lavoisier, Trattato elementare di chimica presentato in un ordine nuovo dietro le scoperte moderne con figure del Sig. Lavoisier, Venezia, dalla Tip. Pepoliana presso Antonio Curti, 1796.
La Tavola VI raffigura il calorimetro, che viene dettagliatamente descritto da Lavoisier.
Esso è composto da vari elementi: “La figura prima della tavola VI rappresenta il Calorimetro veduto in prospettiva. La figura 2 della stessa tavola rappresenta la sua divisione orizzontale, e la figura 3 una divisione verticale, che lascia vedere tutto il suo interno. La sua capacità è divisa in tre parti; per meglio farmi intendere, le distinguo coi nomi di capacità interna, capacità media, e capacità esterna.” (V. 2, p. 63-64). La capacità interna (fig. 4), che contiene il materiale sottoposto all’esperienza, è composta da due parti: un contenitore formato da una grata di ferro e un coperchio. La capacità media (figg. 2 e 3), che è riempita di ghiaccio ed è contrassegnata dalla lettera "b", ha un’apertura a forma di cono rovesciato chiusa, in alto, da una grata con uno staccio (figg. 5 e 6) e, in basso, da un rubinetto. Infine, la capacità esterna "a", che viene anch’essa riempita di ghiaccio, fa dai isolante e termina con una lunga canna serrata da un chiave.
Una volta descritto lo strumento, si passa a spiegare il suo corretto funzionamento: "Sopra tutta la macchina havvi il coperchio FF (fig. 7) interamente aperto nella sua parte superiore, e chiuso nella parte inferiore. Essa è composta di latta dipinta ad olio per essere garantita dalla ruggine. Per mettere il calorimetro in esperienza, si empiono di ghiaccio pesto le capacità media bbbbb, ed il coperchio GH della capacità interna, la capacità esterna aaaa, ed il coperchio FF (fig. 7) di tutta la macchina. […] poi si lascia sgocciolare il ghiaccio interno; dopo di che si apre la macchina per collocarvi il corpo che si vuole mettere in esperienza, e si richiude immediatamente. Si attende che il corpo sia interamente raffreddato, e che il ghiaccio che si è fuso, sia sufficientemente sgocciolato; in seguito si pesa l’acqua che si è unita nel vaso F(fig.1): il suo peso è una misura esatta della quantità di calorico sprigionata dal corpo, mentre si è raffreddato; perciocché è visibile, che questo corpo è nella medesima posizione che nel centro della sfera di cui abbiamo parlato, poiché tutto il calorico che se ne sprigiona, è trattenuto dal ghiaccio interno, e questo ghiaccio è garantito dall’impressione di ogni altro calore per mezzo del ghiaccio rinchiuso nel coperchio e nella capacità esterna. Le esperienze di questo genere durano quindici, diciotto, e venti ore […] .” (pp. 65-66).
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