Un’intricata matassa di fili di ferro che si arrampica dal binario. Da un materiale robusto, difficile e apparentemente inalterabile, si eleva un movimento, inizio di una trasformazione e di nuova vita. Come ci spiega lo stesso Davide Dormino: “DERAIL è la rottura volontaria di uno schema precostituito, una trasformazione che diventa una ripartenza. DERAIL è il proseguimento di due rette parallele che non si incontrano mai, che ribellandosi si fondono in un flusso organico che scavalca un confine. Il binario morto è il fine corsa di due rotaie troncate di netto. Una barriera ma anche un arrivo. Il deragliare è la perdita di controllo della propria traiettoria”. DERAIL è il risultato quindi dell’incontro dell’artista con lo spazio, con quel preciso luogo: i binari. Un’installazione fruibile solo dall’interno del lungo corridoio della Dogana: dalle ultime finestre si scruta e si osserva quest’opera apparentemente senza vita. La visione dall’interno deve essere concepita non come una divisione tra lo spettatore e l’opera, un’impossibilità di avvicinamento e fruizione, quanto piuttosto come la precisa volontà di dare diversi punti di vista sullo spazio e una precisa riflessione sulla Dogana: non concepita dall’artista come semplice contenitore d’arte ma vero e proprio contenuto, parte integrante che si fonde perfettamente con l’idea e con il materiale che Davide Dormino è riuscito a plasmare insieme.