In Destroy She Said (D.S.S.) (Distruggere, ella disse), 1998, Bonvicini ha composto in una doppia proiezione video una serie di brani di film girati tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta. Immagini di donne che si appoggiano a una parete, cercando magari riparo o conforto, si alternano a spezzoni dove le protagoniste sono riprese in una particolare relazione fisica con le strutture di architettura domestica all’interno delle quali sono ambientate le pellicole. Pur essendo rimossi dal loro contesto originario, i brani proiettati su schermi in cartongesso mantengono la loro carica emotiva, che diventa a tratti quasi drammatica. L’installazione, che si compone di materiali edili disseminati nello spazio, rende manifesto il rapporto di costrizione e sottomissione che sembra insistentemente legare, anche nel linguaggio cinematografico, il corpo della donna agli spazi architettonici.