Verso il dicembre del 1473 appariva stampato a Mantova, per i tipi di Georgius de Augusta e Paulus de Butzbach, un agile libretto in cui il mantovano Pietro Adamo de’ Micheli raccontava le funzioni, lo scopo e la simbologia dell’orologio astronomico. Egli è stato definito un personaggio singolare. Studiò diritto a Ferrara ma fu anche ampiamente autodidatta. Come autore, di lui si conosce solo questo testo, che gli offre la possibilità di dimostrare da un lato la propria qualità lirica e dall’altro indubbie conoscenze scientifiche e tecniche. Pietro Adamo fu però anche il primo editore mantovano, portando alla stampa nel 1472 un Tractatus Maleficiorum e in seguito il Decamerone. Fu certamente agevolato da una lontana parentela con i Gonzaga, che gli consentì di godere di un buon favore in relazione alle sue attività. “Qui Pier adam dechiara tutti gli effetti & demonstration di questo mirabile & singular ostensorio chiammato horlogio.” Il trattato sull’orologio è ulteriormente illustrato da due disegni a china incollati, che derivano probabilmente da un altro libello mutilo. Il più interessante riporta appunto il quadrante, in cui spicca la divinità centrale, accompagnata dal cerbiatto e dal crescente lunare.