Fino a non molto tempo fa il Warwick Triangle era una delle zone più pericolose di Durban, in Sudafrica. Un ex poliziotto, stanco di arrestare persone un giorno e di vederle nuovamente delinquere quello successivo, ha deciso di fondare una ONG, Asiye eTafuleni, assieme a un architetto, per affrontare il problema da una prospettiva nuova.
La zona era al limite formale della città (bianca). Era uno snodo dove arrivavano i furgoncini per trasportare gli operai al lavoro nei campi. Se si possono trasportare persone, si possono trasportare anche merci e così si è sviluppato un mercato. Quindi, il mondo “informale”, un cavalcavia mai terminato, è diventato la “tettoia” di un mercato alimentare all’aperto a terra e un mercato di medicina tipica al livello superiore. In realtà, i mercati che vi si concentrano sono nove e trattano dalla musica alle teste di bovini, dalla gioielleria tradizionale alle erbe. Nonostante la vivacità, la vitalità economica e il valore culturale, il luogo non era affatto sicuro.
La ONG Asiye eTafuleni è intervenuta fisicamente su questo coacervo nato dal caso, terminando l’infrastruttura incompiuta e aggiungendo scale e ponti pedonali per creare passaggi lì dove non c’erano collegamenti. La connettività ha permesso di creare circuiti e di sviluppare una rete che ha eliminato molti vicoli ciechi. È stato così anche possibile riorganizzare il traffico permettendo la coesistenza a vari livelli di pedoni e veicoli di grandezze diverse.
Gli investimenti nelle città seguono, in genere, un criterio settoriale. Per esempio, nel caso del Warwick Triangle non era chiaro quale ministero avrebbe dovuto finanziare la riqualificazione dell’area. Questa condizione ibrida (a metà strada tra la città bianca e quella nera, tra formalità e informalità, tra tradizione e globalità, tra infrastruttura e spazio pubblico), o meglio il superamento del criterio settoriale nella progettazione urbana, è la lezione più pregnante che si riceve dal Warwick Triangle. Nel nuovo mondo urbano, ogni elemento dovrà essere più di un singolo elemento alla volta: una strada sopraelevata può diventare un porticato, un’infrastruttura può funzionare da spazio pubblico ed essere utile al commercio. Oggi, la visita al mercato è un’esperienza notevole che permette di scoprire la magia, il mistero e anche l’imperscrutabilità (almeno agli occhi di un latino) della medicina tradizionale; l’energia, il volume e il magnetismo ipnotico della musica locale; la ricchezza, la varietà e il caos della vita del mercato, avendo così la possibilità di vivere questo luogo come ponte, letterale e metaforico, tra il mondo occidentale e quello locale. Questo ci insegna che collegare invece di isolare, affrontare invece di nascondere, incanalare invece di reprimere, sono i primi passi per cancellare violenza e pericolo. È il motivo per cui le città che affrontano le controversie possono fungere da strumento per disinnescare le bombe a orologeria sociali.