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Everything #2.6

Adrian Piper2003

la Biennale di Venezia - Biennale Arte 2015

la Biennale di Venezia - Biennale Arte 2015
Venezia, Italia

Adrian Piper
Nata a New York, USA , nel 1948.
Vive e lavora a Berlino, Germania.

Alla fine degli anni sessanta, l’arte di Adrian Piper era classicamente concettuale. Agli esordi, sotto forma di pagine dattiloscritte, istruzioni e schemi, la sua opera rifletteva una conoscenza approfondita della linguistica e delle teorie semiotiche. Le concomitanti indagini sulla natura della consapevolezza sono state attentamente favorite anche da una metodica pratica di yoga e meditazione, che l’artista mantiene ancora oggi. Tuttavia, come risposta alle ripetute esperienze di razzismo e sessismo nel mondo maschilista dell’arte newyorchese degli anni sessanta, la pratica artistica di Piper è cambiata in funzione di un crescente impegno politico e il suo lavoro ha incanalato le strategie concettuali verso nuovi interrogativi su razza, genere e sessualità.
Nel 1970 ha rappresentato Catalysis, una serie di performance pubbliche attraverso cui ha esplorato la visibilità del proprio corpo nella società, muovendosi nello spazio pubblico con indosso abiti spruzzati di vernice fresca o saturi di cattivi odori. Due anni più tardi, Piper ha creato un suo alter ego maschile chiamato “Mythic Being”; si è esibita en travesti in tutta New York creando una serie di fotografie a collage e sovradipinte, abbinate a testi – riflessioni, slogan politici e civetterie – che hanno affrontato la performance di genere e gli stereotipi sulla sessualità nera.
Decenni più tardi, Piper ha supervisionato una performance condotta da volontari; ai partecipanti è stato tatuato con l’henne lo slogan “Everything Will Be Taken Away”, scritto a mano e capovolto. In seguito le persone coinvolte hanno riflettuto sulle esperienze provate portando quella frase in pubblico. Everything Will Be Taken Away 2, una serie correlata di fotografie abrase e modificate è inclusa nella Biennale di Venezia 2015; ogni fotografia ripete la frase del titolo, che nasconde le figure, gli eventi e i luoghi raffigurati. Piper espone inoltre quattro lavagne vintage, su cui vengono ripetute le stesse parole come fossero frasi di punizione in aula. Questa serie solleva una serie di questioni, che vanno dalla sfera politica a quella spirituale, tra cui, ad esempio, la distruttività del conflitto globale contemporaneo, la censura nei media dominanti o l’ideale del non-attaccamento secondo lo yoga. La Biennale presenta anche The Probable Trust Registry di Piper, una performance interattiva che prende alla lettera i contratti sociali o personali. In un ambiente aziendale simulato, i visitatori possono firmare delle dichiarazioni in cui promettono responsabilità morale verso sé stessi e gli altri. I documenti vengono poi fotocopiati e archiviati presso l’APRA (Adrian Piper Research Archive) Foundation, a Berlino.

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  • Titolo: Everything #2.6
  • Creatore: Adrian Piper
  • Data di creazione: 2003
  • Diritti: Collection Adrian Piper Research Archive Foundation Berlin, con il supporto di Institut für Auslandsbeziehungen – ifa
  • Materiale: fotografia fotocopiata su carta millimetrata, scartavetrata, sovrastampata con un testo a getto d’inchiostro
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