Casa e campi

Di Capi fu pittore autodidatta e ciabattino professionista. Tanto amabile era la persona che la sua bottega divenne un curioso cenacolo per intellettuali mantovani e altri artisti. L’amicizia fu per lui un valore a cui tenere sempre fede, e questo gli consentì di intrattenere relazioni importanti anche se la sua attività di calzolaio relegava forzatamente la pittura in secondo piano. Ma l’arte in lui esisteva, sommessamente espressa in una serie di opere che oltrepassano di gran lunga la dimensione del dilettantismo, in forza delle loro qualità espressive. Un vago sentore di Cézanne aleggia in questi quadri, specialmente nell’intenzione di uno sguardo che vuole ritrarre la realtà e la geometria delle case, donando a quest’ultima una sensibilità quieta ma appassionata. Nella tavola qui presente, il tranquillo paesaggio della campagna mantovana viene animato dalla forza del colore verde che, simile ad un’onda, sale dal terreno per costruire gli alberi che delimitano case squadrate e si fermano sotto un cielo burrascoso. Il movimento della pennellata crea dal nulla una composizione vivace, vera e robusta. Nelle fattezze della casa più grande si scoprono gli echi della migliore pittura italiana del Novecento, e un’intonazione quasi morandiana.