Giulio Paolini parla attraverso le sue opere. Si riflette, si racconta e si analizza sulle pareti, si intravede nelle prospettive dei suoi quadri, si rispecchia nelle scenografie delle sue installazioni, vive nelle allusioni delle sue citazioni, si definisce senza contraddizioni nell’intero corpus dei suoi lavori Troviamo Primo appunto sul tempo, 1968, una tela bianca sulla quale non compare alcuna immagine ma soltanto una scritta, in alto a destra, da cui il dipinto trae il titolo. Quelle parole rendono assoluto l’istante che fa coincidere il tempo dell’opera con quello della sua realizzazione in modo tale che essa viva nello sguardo del momento.