Mario Mafai (1902-1965) coltiva la vocazione artistica frequentando i corsi serali della Scuola preparatoria alle arti ornamentali del Comune di Roma. Nel 1924 conosce Gino Bonichi (che dal 1929 si firmerà Scipione) dando inizio a un sodalizio durato quasi dieci anni, fino alla prematura scomparsa di quest'ultimo nel 1933. Mafai e Bonichi frequentano la Scuola libera del nudo annessa all'Accademia di Belle Arti di via Ripetta, dove tra 1924 e 1925 conoscono Antonietta Raphaël, musicista e artista originaria della Lituania, cresciuta in Inghilterra. Colta, esuberante e cosmopolita Raphaël introduce Mafai e Bonichi ai pittori dell'École de Paris: Kisling, Chagall, Utrillo, Soutine. Nel 1927 Mafai e Raphaël si trasferiscono in un appartamento in via Cavour, indirizzo da cui Roberto Longhi conia la definizione "Scuola di via Cavour", a indicare un eterogeneo gruppo di artisti attivo a Roma, caratterizzato da una pittura espressiva in contrapposizione ai movimenti artistici allora ufficiali, Novecento e Valori Plastici. Mafai attraverso una pittura tonale dagli accenti caldi raffigura Roma in immagini di struggente intimismo e sottile denuncia, ritraendo le demolizioni condotte dal regime fascista al secolare tessuto urbanistico della Città Eterna. Negli anni trenta Mafai intraprende una nuova fase pittorica trovando nel tema dei fiori un'ideale fonte di ispirazione. Tale interesse segna il passaggio da impasti tenebrosi - derivati dall'influenza degli maestri antichi - a una pittura chiara e costituisce una riflessione sulla vita e sulla morte.