tinte un po' scure, ma tra queste masse tetre e solenni, trovi sempre una, due,
tre case, una attaccata all'altra, quasi si sostenessero, pallide e luminose, nelle
quali converge tutta l'impostazione, tutto l'insieme dell'opera, come su un
espressivo volto umano....
ANGELINI - «Lavoro di Genova
< ...si ritrova nella pittura attuale del Caligiani quello intatto equilibrio.
quella salda fusione tra doti intrinseche, ed estrinseche: cioè forma e colore.
qualità e contenuto, oggetto e soggetto, pittoresco e poetico: quella serenità
composita cui tengono ormai le aspirazioni confuse dei molti. Non fidandosi
della propria sensibilità che per certe raffinatezze di colori, Caligiani non
cade mai nella illustrazione: la sua tela è ormai fuori dell'episodio, sfocia
sempre in una vasta comprensione del mondo naturale, non costringe l'oggetto
ad incrudelire nel racconto. Cerca di costruire traverso le caratteristiche di esso,
di definirle; in breve di accertare la responsabilità, il costume del vero nei
riguardi del soggetto. Cosicchè essi arrivano a conclusioni espressive tanto
chiare quanto insospettate.
...Se tutto nella pittura di Caligiani è ristretto ad una consueta inter-
pretazione del mondo, ad un sano realismo, esso trascina a più di una con-
siderazione che trova giustificate posizioni in quella poesia che vigila tuttavia
e rende astratte, soltanto architettoniche le visioni del Nostro. Invece pittura
maschia questa ultima che potrebbe essere portata come un esempio di rea-
zione al neo-impressionismo montato e foraneo che, soltanto pittura e rimasto
tale, vela sotto franchezze di tecnicismi la femminea impotenza creativa
dei più.
Nei ritratti questo modo sottinteso di esprimersi è dal Caligiani raggiunto
con vena aperta, in modo vivo, per le accentuazioni realistiche cui porta la
figura medesima. Nei paesi dove il riferimento a basi non oculari, più vasto
ed emotivo, prende meno aspetto di narrazione.
Ma è nella misura che si dichiara il contenuto valoroso dell'opera d'arte.
Queste creazioni hanno preso del vero gli sviluppi imprevedibili. La parlata
aspra e dolce di Toscana vive in queste tele tra Prato e
Pistoia, come in una
realtà di terre umide e fertili, nel verde dei paesi, quando l'allegra stagione
porta il sapore come di frutti e maggio si fa conoscere dal carnato, dicembre
dall'aria frizzante. Quando si tratti degli uomini essi in arte come in natura
prendono il colore cupo del tempo e dell'ambiente dove vivono: figure defi.
nitive, fissate per sempre nei ritratti campagnoli, dalla rapida compattezza,
giuocati dal chiaroscuro preso dal fondo alla superficie, per cui conta l'essen-
ziale, esprimono le chiare idee pittoriche del Caligiani. Esse denunciano una
considerazione schietta ed umana del mondo, dinanzi alla quale si può credere
ad una rappresentazione. E' invece questo tutto il lato generoso della pittura
del Caligiani, risolto nelle figure, che ha già rinunciato qualsiasi ermetismo
e vuole essere soltanto cordiale, spontanea, affettuosa interpretazione di sen-
timenti.
Misura e quindi la qualità di prudenza delle condizioni cui il Caligiani
non ha voluto rinunciate, in una tale ricchezza di mezzi che, a distribuzione.
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potrebbe da sola, recare soddisfazione. Ma qui non ci si ferma all'estetica,
ci si vuol rendere umana ragione di tutto.
Il che è a dire intelligente manifestazione di un ingegno che, tutto to-
scano ed italiano, tratto da natura a realizzare spontaneamente (rivedere
gli innumerevoli acuti disegni) non può fare a meno di aumentare il valore
della propria arte accrescendone e allargandone le facoltà e le prospettive, per
fruttare a se stessa in modo definitivo.
GIORGIO CASINI
Caligiani è un uomo semplice e rude, ha la maliziosa furberia del cam-
pagnolo toscano e il piglio polemico del rodomonte provinciale, ma il suo
cuore è malinconico e di codesta malinconia ne risentono tutti i suoi paesaggi.
La prima impressione è di un'accorata solitudine di fronte alle cose. Una luce
filtrata di un sole che non cancella i colori, ma li esalta e li cesella tocco per
tocco, fa si che la terra, le cose e le piante, sembrino di rugiada.
Caligiani è un istintivo ragionante; non sa fare fortuna sua della
rettorica, ne i suoi sogni sono stati mai turbati da pedanterie letterarie. Egli
dipinge il vero; lo dipinge con ansia febbrile avendolo sentito, vissuto e
sofferto.
Giorgio SETTALA. « Il Tirreno »
« Alberto Caligiani torna a presentarsi a Milano dopo molti anni di
assenza. Il nostro artista toscano documenta uno sviluppo che molto lo di-
stanzia dagli anni passati. Il suo mondo rimane, come una volta, chiuso nel-
l'orbita della pittura pura, nel gusto del mestiere, nell'emozione tecnica del
rappresentare. Ma ora il Caligiani ha trasformato questo indirizzo verso quelle
tradizioni che mirano alla semplicità di mezzi, alla elementarietà della rap-
presentazione, infine ad una modestia che talora riesce persino commovente.
Anche in questo conseguente sviluppo egli ha perduto i suoi caratteri moderni:
sia nelle belle figure in chiaro «Dopo il bagno », « Maternità sia nei quadri
di toni forti e profondamente segnati a Madre dell'eroe caduto », « Sonno an-
goscioso , sia nei paesaggi di colori bassi ed espressivi « Tramonto a Pere
tola », «Molino sulla Limentra ». Ma si può dire che specie nelle nature
morte, nelle scatole, nelle bottgilie, nei funghi ed in genere negli erbaggi
dipinti con una sorprendente semplicità, nei fondi di una modestia neutra
e totale, il Caligiani abbia raggiunto quella spontaneità che somiglia molto
alla più vera ed umile arte popolare.
E questo è un grande pregio.
Vincenzo COSTANTINI - L'Ambrosiano » 1936
«Tutti gli artisti, quando fanno dell'arte, è come se ricamassero in bianco
sul fondo della loro anima. Così nelle opere di Caligiani voi vedete i colori
più strani e belli affiorare da un fondo misterioso, quasi da un nero fondo
magico, galleggiando sui primi piani dei quadri: cosi le pantofole rosse, il
pettine e la spazzola, lo specchio e la bottiglia e il cuore sanguinante della
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