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Gallizio Pinot, Oggetto 147

Carla Lonzi07 agosto 1960 - [1964]

La Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale
Roma, Italy

Testi di Carla Lonzi, dattiloscritti, manoscritti e pubblicati in fotocopia; cartoline (sono spesso collettive: tra i firmatari figurano Luciano [Pistoi], Jorn, Anna [Piva], Marisa Volpi, Sandberg, Merz); tra le lettere segnaliamo quelle di Augusta Rivabella, moglie di Gallizio, e di Giorgio, loro figlio (è conservata anche una missiva da Farfa a Giorgio). Presente materiale documentario su Gallizio; oltre ai testi pubblicati figurano i comunicati dell'Internazionale situazionista ed il Manifesto della pittura industriale per un'arte unitaria applicabile; presente nota a firma di Sandberg inserita all'interno del volume La Gibigianna di Pinot Gallizio [cfr. III Sezione: Biblioteca]; fotografie raffiguranti le opere e lo stesso Gallizio.

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  • Title: Gallizio Pinot, Oggetto 147
  • Creator: Lonzi Carla
  • Date Created: 07 agosto 1960 - [1964]
  • Transcript:
    - 2 - In genere siamo abituati a credere che la vocazione artistica sia quale cosa che si succhia insieme al latte materno e non invece una necessità che che si fa avanti al momento opportuno, per una sorta di maturazione determina un salto qualitativo. Quando ciò avviene è all'insegna di una folle saggezza che invano cercheremo nella vocazione precoce di giovani che si fanno sulla lettura dei testi alla moda e si esprimono colla fanatica pedanteria degli assistenti universitari. Quando ciò avviene non è con le stigmate della crudeltà mentale con cui gratuitamente molti intellettuali tentano di consolarsi di non aver vissuto, ma con la pietà di chi ha chiesto tutto alla vita per sé e per mli altri. Non a caso questo pittore è stato ignorato dalla critica italiana sguinzagliatissima, ma vagamente astrale ( non così a Parigi, a Cope= naphen, a Monaco) Nella carestia creativa che caratterizza l'attuale momento artistico dove al massimo di libertà teorica non si sente il bigo eno di far corrispondere alcuna libertà di esistenza, la pantagrue lica tavola imbandita da Gallizio è stata accolta come un atto sconve niente, la sua felicità come sintomo di sangue grossolano, l'umore socievole delle sue analorie e dei suoi simboli come un modo istrionico di cattivarsi il pubblico. Non ci si è accorti che allizio, in un mondo dove conformismo significa anche giustificata accettazione della propria insignificanza vitale e dei suoi deliri, ha portato i segni di una convivenza tutta da reinventare alla luce di una primaria verità e scioltezza degli istinti. Così come le sue attività precedenti la pittura, in particolare la botanica e l'archeologia, nel contatto con la vita vivente e con le tracce di primordiale comportamento umano, gli avevano a lunro Su eri to. Ja In una vita affrontata senza calcolo e senza risparmio,Gallizio ha trovato la concretezza del proprio tirmo creativo. Ta sua pittura rientra in una concezione di dispendiosità ormai quasi inconcepibile (di tempo, di affetti, di energie, di cose inutili) da gran signore o da miserabile e presuppone un tesaurizzare della coscienza su un piano superiore di gioco. Se veramente ori "quella che un tempo i filosofi chiamavano vita" è incanalata nel circuito chiuso della produzione-con= sumo, il mioco rappresenta il resto di rottura su un piano nuovamente umano, la falla attraverso cui le energie fluiscono liberamente. irregolarità paradossale con cui si sono svolte le vicende di fallizio (cosa che sembra tanto divertente, senza "costo", alla gente responsa= bile), in fondo non è altro che un rifiuto alla repressione vitale cui E se è costretto l'individuo dalle lerri di sopravvivenza economica. le sue stesse origini contadine nel senso di un empirismo magico, a cui sono connesse le passioni di conoscenza che hanno scandito senza mezzi termini la sua vita (un lusso pazzesco), costituiscono la base della sua inconciliabilità con la distorsione ai fini utilitati delle energie libere, sessuali dell'uomo. T'idea di trasformare il mondo e l'uomo stesso in un perfetto meccanismo artificiale, utilizzando ogni forza che circola liberamente dall'atomo al cosmo, pud sembrare legittimo fino alla civiltà meccani= ca, allo scienziato, all'ingegnere, all'industriale o all'operaio, ma troverà sempre inconciliabile il contadino, pud pervadere i ritmi di produzione della plastica o dell'acciaio, ma non avrà alcun senso se applicata alle colture della frutta e dei legumi. Dopo le trafiche eliminazioni in massa di una trentina d'anni fa (limili per molti aspetti alle elimibazioni delle streche durante il Medio Evo), TURSS
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  • Notes: Il materiale documentario è stato conservato in una busta - presente nel fascicolo - indirizzata inizialmente dal soggetto produttore a Mila Leva, moglie di Luciano Pistoi (Galleria Notizie di Torino), e poi riutilizzata. Le pubblicazioni Associazione provinciale dottori in scienze agrarie di Cuneo, I convegno di erboristeria. Relazioni, s.n., s.l. [1957]; Pinot Gallizio, La Gibigianna; L'uomo di Alba, Edizioni d'arte fratelli Pozzo, Torino 1960; Carla Lonzi, Renzo Guasco, La Gibigianna di Pinot Gallizio, catalogo della mostra, Torino, Associazione arti figurative Notizie, dal 28 giugno 1960, Notizie, Torino [1960]; 12 dipinti di Gallizio, catalogo della mostra, Torino, Associazione arti figurative Notizie, dal 21 ottobre 1961, Notizie, Torino [1961]; Carla Lonzi, Pinot Gallizio, catalogo della mostra, Firenze, Galleria il Fiore, 18-30 aprile 1962, Il Fiore, Firenze [1962]; Pinot Gallizio e il Laboratorio sperimentale d'Alba del Movimento internazionale per una Bauhaus immaginista (1955-57) e dell'Internazionale situazionista (1957-60), catalogo della mostra, Torino, Galleria civica d'arte moderna, 28 maggio - 15 luglio 1974, Galleria civica d'arte moderna, Torino [1974] presenti nella III Sezione: Biblioteca sono state rinvenute insieme agli altri materiali di questo fascicolo.
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