Siciliano di nascita e milanese di adozione, l’artista segue nel corso del tempo una ricerca ben precisa. Costruire attraverso l’immaginazione opere in cui appaiono personaggi, umani e non umani, in dialogo con lo spazio profondo dell’ambiente circostante, creature spesso sperdute che animano i dipinti e le sculture con una loro spaurita ma in certo modo allegra presenza. La Vaccara crea così un nuovo universo, certamente poetico e onirico, che, a detta dello stesso autore, assume esiti imprevedibili. Qui, in un mondo che sembra quasi ispirarsi ai disegni di Buzzati, un uomo e una donna misteriosi si incontrano senza incontrarsi e specchiano reciprocamente la propria impalpabilità fantasmatica, nell’uso sarcastico dei lenzuoli con i quali i bambini si coprono, sperando invano di sparire.
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