La datazione del complesso viene confermata da una lettera di Giulio, che il 26 ottobre del 1536 parla al Duca di sei piloni delle Beccherie già finiti. Naturalmente, gli edifici, oltre al notevole impatto estetico, volevano essere un modello di pulizia e di funzionalità, sostituendo le antiche botteghe medievali. Il rapporto con l’acqua è essenziale, anche perché è l’intera zona ad essere ripensata, ovvero quella piccola parte di città che stava tra i ponti denominati in seguito delle Pescherie e di San Silvestro. Da notare che il piano superiore di entrambe le Pescherie è abitabile. Oggi si tratta evidentemente di un luogo molto pittoresco, la cui frequentazione pone l’accento sul rinnovato rapporto dei mantovani e dei visitatori con una città costruita sull’acqua.