Questo delicato ritratto non è di autore certo, né sembra evidente l’identità del personaggio effigiato. Il modo incisivo e sottilmente patetico di ricreare un volto ed una posa hanno fatto pensare alla mano di Sofonisba Anguissola, pittrice eccelsa che gravitò a lungo, per una parte della sua vita, nell’orbita della corte di Spagna, prima di sposarsi a Palermo e di ritornare poi nell’Italia del Nord. In ogni caso, il fanciullo che qui ci mostra parte del volto ha gli occhi carichi di una soffusa malinconia. Benché l’abito sia già di foggia seicentesca, l’attitudine generale è più cinquecentesca, proprio perché la pensosità del protagonista ruba spazio alla descrizione dello sfarzo della sua posizione sociale. Magnifiche le labbra rosate, che sembrano stringersi leggermente ad indicare un moto di ritrosia o una perenne riflessione interiore.
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