Destinata in origine alle feste, ai balli e alle accademie, questa bellissima sala conserva inalterata la settecentesca decorazione a stucco di soffitto e pareti, cui i recenti restauri hanno restituito le cromie originarie. L’ambiente era parte integrante di quel Casino da Gioco o dei Nobili voluto dal duca Filippo e il cui progetto fu affidato nel 1763 all’architetto francese Petitot; gli stucchi, tuttavia, realizzati dal plasticatore di corte Benigno Bossi, si discostano sensibilmente dal progetto iniziale. Le sovraporte lungo i lati corti presentano gli emblemi della musica, della commedia, della geometria e della pittura. In posizione angolare, a raccordare plafone e pareti, quattro coppie di putti sorreggono serti di quercia entro cui è uno scudo con il caduceo di Mercurio: due serpenti, simboli di vigilanza, si avvolgono attorno a un bastone alato, che indica potere e intelligenza; i ramoscelli di alloro sono allegoria del potere. Il Salone ospita alcune tra le più suggestive testimonianze conservate presso il Museo, riferibili sopratutto al periodo imperiale (1810-1814).